venerdì, Novembre 22, 2024

Chirico critico: “La Fiorentina non intende educare la propria tifoseria”

Il giornalista Marcello Chirico, su ilbianconero.com ha commentato lo spregevole episodio che ha visto protagonisti alcuni tifosi della Fiorentina, che hanno intonato dei cori contro le vittime dell’Heysel.

Le parole di Chirico:

“Mi sono andato a risentire l’intervento di Joe Barone, braccio destro di Commisso alla Fiorentina, durante la presentazione di Pedro, ed ascoltando con attenzione le sue parole e osservando le sue espressioni quando le diceva, mi sono state chiare alcune cose.

La prima, già espressa nel mio pezzo di ieri, è che i cori dell’Heysel, le scritte contro Scirea e altre turpitudini continueremo a sentirli e a leggerle anche per i prossimi 50 anni, perché la società Fiorentina – aldilà delle dichiarazioni di facciata di Commisso (“mai più quei cori”) – non intende educare la propria tifoseria.

E per tifoseria non mi riferisco all’intera tifoseria viola, ma a quella della Fiesole, perché a quella, e solo a lei, ha fatto esplicito riferimento Barone in conferenza.

Quando infatti ha spiegato perché non farebbe mai un giro di campo al Franchi con sottobraccio Andrea Agnelli “neanche per 2 miliardi di dollari!”, ha sottolineato: “Posso garantire, per quelli che mi hanno visto alla festa (della Fiesole ndr), se mi metto lì a dire chi non salta è juventino, credete che poi possa fare una cosa del genere?”. E si è messo a ridere, insieme a qualcun altro presente in conferenza.

Da qui mi è facile dedurre come mai, quando nei giorni scorsi gli venne chiesto un commento sui soliti cori sull’Heysel intonati appunto durante quel gioiso rendez-vous al Franchi, Barone rispose di non averli neanche sentiti. Tutto si spiega.

La seconda cosa che ho capito dalle parole di Barone è che la considerazione di questa nuova dirigenza viola nei confronti della Juventus e dei suoi proprietari è praticamente la medesima che aveva chi c’era prima.

Ricordate Della Valle? “La famiglia Agnelli torni a fare quello che conosce meglio: sciare, andare in barca a vela, giocare a golf. Lasci governare chi sa farlo, dalla politica hanno già ottenuto ciò che volevano”.

Altrimenti non mi riesco a spiegare le motivazioni date da Barone sull’impossibilità di poter fare un giro di campo con Agnelli:” Non lo farei mai per il lavoro che sto qui a fare con tutta la Fiorentina”.

E cosa vuol dire? Che chi lavora in questa società non può permettersi nemmeno una passeggiata con Agnelli? Neanche simbolicamente, per provare a riportare una partita nell’alveo naturale del calcio ed evitare che una rivalità non degeneri in odio autentico, come purtroppo documentano troppi episodi in questi ultimi 30 anni? Non capisco.

Mi è invece chiarissimo un terzo aspetto, e cioè che questo nuovo managemant non vuole andare in collisione con la propria tifoseria, e in particolare “quella” tifoseria.

Barone su questo è stato ancora più esplicito: “Bisogna proteggere i nostri tifosi, perché ci sono tante storie sulla nostra tifoseria, e c’è da proteggerli, perché se sbaglia qualcuno non significa che sbaglino tutti”.

E infatti, caro Joe, mica noi si accusa l’intera tifoseria Viola o tutta Firenze per i cori sull’Heysel, rubricata da lei alla voce “tante storie”, ma solo una parte ben definita di quel tifo e di quello stadio, e che il club conosce molto bene.

Che si fa, quindi, con “quelli che sbagliano”? Li si individua e li si allontana, o li perdona ancora e li si protegge, insieme a tutti gli altri?

Pure su questo da Barone desidereremmo un po’ più di chiarezza. Limitarsi ai “ basta” non è stato sufficiente finora e continuerà a non esserlo in futuro, soprattutto se dei dirigenti continueranno ad andare alle feste della Fiesole, dove ci sono sempre pure quelli che intonano quei cori, e faranno finta di non sentirli.

Nel ricordare inoltre a Barone che Andrea Agnelli non è solito fare giri di campo prima delle partite, semmai si limita ad assistere a bordo campo al riscaldamento della propria squadra (chi l’ha informata del contrario le ha detto una fesseria), chiudo con un’ultima osservazione: dal lontanissimo 1982, e per decisione unilaterale del tifo viola, Fiorentina – Juve non é più una partita come le altre, ma una gara a rischio che non si riesce proprio, ogni volta, a non esasperare, a non caricare con polemiche e parole aggiuntive delle quali si farebbe volentieri a meno.

Barone, in questo senso, ha dato pure lui una mano. Grazie di cuore”.

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