Antonio Cabrini, la leggenda bianconera incorona Maurizio Sarri.
Ecco uno stralcio della sua intervista:
L’ha colpita questa scelta bianconera per la panchina?
«Quello che ha fatto Sarri negli anni giustifica una scelta di questo tipo: il suo nome, poi, è circolato subito…»
Passiamo al campo, quale è davvero la missione sarrista?
«L’Europa. Andate a chiedere a un tifoso juventino se vuole un altro scudetto o vuole arrivare a maggio a giocarsi la Champions…. Se per fare questo servirà giocar meglio di prima, è presto per dirlo: di certo, sarrismo e juventinità possono stare nella stessa frase».
Quindi, si può coniugare bel gioco a risultati?
«Certo che si può, ma non facciamo l’errore di sminuire il lavoro di Allegri, dicendo che vinceva giocando male».
«Non è mai stato davvero così: l’Atalanta era bella da vedere, ma è chi arriva primo che scrive la storia».
«A Torino conta la capacità di vincere anche quando non si è in giornata: prescinde da Allegri o da Sarri, è il Dna bianconero».
Sarri ha già messo davanti a tutto il talento offensivo: condivide la scelta ideologica?
«Più che altro, io sono convinto che lo metterà in pratica: sarà una Juve di attacco. I riferimenti a Dybala e Douglas Costa vanno in questa direzione: la Juve non ha mai avuto un problema con loro, semmai il problema è delle rivali che non hanno giocatori di quella stessa classe»,
Ha visto che anche su Bernardeschi ha idee chiare?
«Giusto specializzare Berna in un unico ruolo: per me è un esterno, a sinistra o a destra, ma un esterno e non altro».
Il mondo del tifo resta diviso: napoletani «traditi», juventini scettici. Che dire a loro?
«Di andare in vacanza: quando si ricomincerà a giocare, vedranno tutto con la giusta distanza. Sarri non sta tradendo nessuno e merita fiducia».