Aurelio De Luarentiis ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva a Tv Luna.
Il presidente del Napoli poco prima della cena di questa sera con la squadra a Villa D’Angelo Santa Caterina, ha fatto un bilancio della stagione e ha parlato anche di mercato.
“Stasera ringrazierò Ancelotti e i ragazzi perché hanno fatto molto bene” – ha raccontato ADL.
“C’era un cambio di allenatore, dopo tre anni intensi con Sarri, che è un grande allenatore”.
“C’era un nuovo gioco, bisognava tollerare da parte dei ragazzi e digerire questo modo di giocare diverso”.
“Bisogna dare merito anche a Carlo Ancelotti di aver voluto utilizzare quei giocatori pochi utilizzati e i nuovi che sono venuti”.
“In tutto ciò può capitare di perdere dei punti. Il distacco che abbiamo noi creato dalle inseguitrici, 10 punti dall’Inter, 11 dall’Atalanta, 14 punti dal Milan, 14 punti dalla Roma, che di solito sono le vere contendenti, la dice lunga”.
Poi non poteva mancare l’affondo verso il nemico oramai storico dei partenopei: “Credo non ci si possa rimproverare nulla. La Juventus è su, ma la Juventus è la Juventus”.
“Sarà sempre complicato lottare contro chi investe molto più di noi, con chi si indebita molto più di noi. Oserei dire che non abbiamo un euro di debito con le banche”, ha concluso Aurelio De Laurentiis.
Nel giro di pochi giorni, il presidente del Napoli ha quindi puzecchiato due volte la Juventus ed il suo Presidente Andrea Agnelli, prima al forum organizzato dal Corriere dello Sport e poi oggi ai microfoni di Radio Luna.
“Ci tengo ad andare avanti. Quando sono entrato nel mondo del calcio esisteva una modifica totale, eravamo nel mondo delle società per azioni, nelle società per azioni i bilanci devono stare apposto”
“Poi siamo stati sollecitati dall’Uefa attraverso il Fair Play Finanziario, regole che abbiamo sempre rispettato. Quando si stabiliscono delle regole io le rispetto, io nella mia vita ho sempre giocato con le regole”, ha aggiunto il numero 1 del Napoli.
“Abbiamo sempre esaudito le richieste dei nostri tecnici che volevano entrare nel merito, con Sarri non è stato possibile perché lui non voleva entrare nel merito”.