spot_img
spot_img
giovedì, Marzo 28, 2024

Allegri ritrova Adani: «Allenare non è per tutti: il calcio è arte»

spot_imgspot_img

Ecco le prime parole di Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus, dopo il pareggio contro il Torino:

Mi spiace per sabato, parlo perchè non è tutto da buttare”, dice Allegri a proposito del diverbio con Lele Adani andato in scena sabato scorso.

“Da tempo si parla di rivoluzioni di gioco, ma non va buttato quanto insegnato dai vecchi. Parlo per i ragazzi che vogliono allenare, è un mestiere difficile e non dipende da quanto scritto o visto”.

Bisogna tornare indietro al calcio meno evoluto, serve sensibilità e percezione dei momenti della stagione. Altrimenti tutti possono farlo. Ci tengo a dirlo perchè sennò diventa tutto scientifico e non è così”.

L’allenatore bianconero è tornato quindi ai microfoni di Sky dopo la lite di sabato scorso con Lele Adani in diretta sull’emittente satellitare:

Vengo criticato giustamente, però dico quello che mi hanno insegnato. I principali attori sono i giocatori, noi allenatori dobbiamo metterli in condizione”.

“Ora spiego: al Milan vinsi con i tre mediani perchè in quel momento servivano. Se hai 3 litri di benzina e devi fare 120 km devi arrivare al pieno, poi schiaccerai l’acceleratore”.

“Devo fare i risultati, domattina al bar a Livorno diranno che non capisco niente, ma ci sta. Io credo che in Italia bisogna tornare alla formazione in generale. Il gol di oggi preso è imprevedibile, i dati sono fissati e ci sono ma vanno spiegati”.

A Madrid abbiamo vinto 3-1 con il 38% del possesso palla, con l’Ajax abbiamo perso avendo il 54%. Ricordo un Milan-Barcellona vinto con il 30% di possesso. Le partite non si vincono con i numeri ma costruendo durante l’anno. I nuovi allenatori devono capire, sono cresciuto guardando i vecchi.”

“Poi si può discutere. Per me oggi è stata una buona partita, per altri è stata brutta, va bene. I cambi a volte non son verso il peggiore ma il momento che percepisco. Volevo chiarire, sabato mi spiace per quel che è successo”.

Adani, però, incalza nuovamente il tecnico della Juventus: “Ti ripeto la stessa domanda di settimana scorsa: cosa può fare un allenatore come te per rendere più propositiva la Juve?”.

Il dibattito si infiamma nuovamente e Allegri replica:

“Quest’anno ci sono tre partite emblematiche: Valencia, Manchester United e Atletico in casa. La migliore per me è Manchester United ma nessuno se la ricorda. Tutto va racchiuso in un contesto. Innanzitutto io ho avuto la fortuna di allenare Milan e Juventus. Sono due società con due Dna diversi e i contesti sono completamente diversi e quindi è inutile andare a scimmiottare quanto fa il Barcellona o il Bayern. Il Bayern ha il modo di giocare con il Dna tedesco e non potrà mai scimmiottare il Barcellona. Questo è l’errore che facciamo noi in Italia, di scimmiottare”.

Adani stuzzica ancora l’allenatore bianconero e sottolinea che ci sono tanti modi di fare il mestiere dell’allenatore.

Allegri risponde: “C’è un dato di fatto però: quelli che vincono sono pochi. Anche lì ci sono categorie. Si vince in tanti modi ma bisogna che me li tiri fuori. Abbiamo portato a casa cinque scudetti, abbiamo giocato due finali di Champions che si sia giocato sempre male no però dopo capisco che ci sono le mode. Ricordate che gli allenatori che vincono pochi, giocatori che vincono sono pochi, quelli che retrocedono sono gli stessi che non vincono mai. Quelle sono le categorie. Il calcio non è una scienza esatta, è arte”.

- Advertisement -