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giovedì, Aprile 25, 2024

Football Management fallita, Moggi jr e Zavaglia rinviati a giudizio

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Tegola per il figlio di Luciano Moggi.

Alessandro Moggi, 46 anni, e Francesco Zavaglia, 72 anni, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione.

La vicenda riguarda una società per l’intermediazione di calciatori svuotata e portata al fallimento, con un buco da cinque milioni.

Per Alessandro Moggi, 46 anni, figlio del più famoso Lucianone, ex dirigente sportivo e manager calcistico, e l’agente di calciatori Francesco Zavaglia, 72 anni, si profila il processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione di fondi societari, come riporta Il Corriere della Sera.

Scrive il quotidiano milanese che “Secondo la ricostruzione operata dal pm Stefano Fava, i due procuratori sportivi, veri dominus della società, avrebbero creato un buco di bilancio di oltre 5milioni di euro nella gestione della Football Management. Oltre al figlio di Luciano Moggi e al primo procuratore di Francesco Totti, è stato disposto il processo anche per Vito Di Bari, che avrebbe svolto il ruolo di amministratore formale su decisione di Moggi e Zavaglia intenzionati, secondo l’accusa, a creare uno schermo per evitare responsabilità penali”.

Viene poi stilata dalla procura, una  lista delle distrazioni  di denaro contestate ai due manager.

Si va dai 903mila euro corrisposti tra il 2005 e il 2014 alla Mondial Sport srl – tra le più prestigiose scuderie italiane, come sottolineato dal consulente dell’accusa – di Zavaglia senza alcuna giustificazione secondo la procura”.

Si passa ai 390mila euro, senza adeguata motivazione, girati alla San Lorenzo Calcio, società riconducibile sempre a Zavaglia almeno per il pm. Soldi che – in questo caso secondo il consulente della procura – sarebbero stati impiegati per la partecipazione ai campionati di categoria e all’organizzazione di tornei di calcetto, senza il rispetto delle direttive della Federazione giuoco calcio”, conclude il Corriere della Sera.

Due sono le operazioni cardine su cui si è concentrata la Procura:

“La corresponsione di 492mila euro a Zavaglia nell’arco di nove anni tra il 2005 e il 2014″ scrive il Corriere della Sera.

I 3milioni di euro di crediti incassati da Zavaglia e Moggi o dalla Gea Word – sempre riconducibile ai due procuratori –che avrebbero dovuto essere riversarti nelle casse della Football Manager” conclude il quotidiano nella sua versione on line.

“La storia di questa società ha inizio negli anni novanta allorquando  i due procuratori sportivi di calciatori di Serie A costituiscono la società con il seguente oggetto sociale: «Intermediazioni interessate alle trattative di trasferimenti tra club e (o) calciatori professionisti e dilettanti italiani e stranieri in Italia o all’estero»” scrive ancora il quotidiano.

“Poi lo scopo viene mutato nel 2012 quando cominciano i primi scricchioli, secondo l’accusa” racconta il Corriere della Sera.

È allora che la Football Management diventa una società per l’allevamento e l’allenamento di cavalli che ha destato i sospetti degli inquirenti.

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