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venerdì, Aprile 19, 2024

Moise Kean dopo la Juve si prende anche la Nazionale

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Moise Kean ha fatto il su esordito nella Nazionale italiana il 20 novembre scorso al 62′ dell’amichevole con gli Stati Uniti a Genk.

Un debutto storico: Kean è il primo giocatore nato negli anni duemila a vestire la maglia dell’Italia.

L’attaccante della Juventus è nato il 28 febbraio 2000.

E proprio Moise Kean potrebbe diventare il nuovo volto della Nazionale italiana.

«Date le premesse tecniche – scrive la Repubblica – della sua rapida ascesa, il diciannovenne attaccante della Juventus, nato a Vercelli da genitori ivoriani e cresciuto scolasticamente e calcisticamente ad Asti, potrebbe restare al centro della scena per parecchio tempo.

Lo sport in Italia va molto più veloce della politica retrograda e gli atleti ricordano con la loro stessa presenza multietnica che il colore della pelle non può mai essere una discriminante.

Domani sera a Udine gli azzurri di Mancini potrebbero dunque ribadire il concetto, banale ma indigesto ai razzisti da stadio e a chi ispira i loro ululati: si va in campo per merito e si è cittadini italiani, eleggibili per rappresentare la Nazionale, anche da figli di immigrati.

Dopo il quasi decennale e paradossale tormentone sull’italianissimo Balotelli in maglia azzurra dal 2010, evento del tutto naturale eppure vissuto tuttora come eccezione dalle frange intolleranti, si profila appunto il nuovo Balotelli, ora che l’originale è esiliato dall’ancora inadeguata condizione fisica e della scarsa propensione al gioco collettivo.

Non mancano gli indizi sul possibile impiego di Kean dall’inizio della partita contro la Finlandia, debutto delle qualificazioni a Euro 2020, in attesa della decisione definitiva di domani.

Senza gli infortunati Insigne e Chiesa, che ieri ha lasciato Coverciano, il ct ha provato il tridente con Immobile centravanti in vantaggio su Quagliarella, Bernardeschi jolly alla Fregoli e Kean esterno mobile, destro o sinistro.

I concorrenti del giovane juventino sono Politano in primis e poi El Shaarawy e Grifo o Zaniolo avanzato.

Se però più della tecnica e della velocità conta l’eclettismo, inteso come capacità di giocare in tutti i ruoli dell’attacco centravanti incluso, la potenziale soluzione al problema della Nazionale – lo scarso numero dei gol segnati, in proporzione alle occasioni costruite – sono i vorticosi movimenti del quintetto offensivo: il tridente, il terzino di spinta (Biraghi a sinistra o Piccini a destra, un guaio al polpaccio ha bloccato Florenzi) e l’interno incursore (Barella).

La profezia di mercato di RaiolaMoise vale almeno 75 milioni») non è parsa spropositata ad Allegri: dopo il rientro dal prestito al Verona, ha preferito tenerlo alla Juve, malgrado le tante offerte arrivate anche a gennaio.»

(Fonte: La Repubblica)

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