lunedì, Novembre 25, 2024

Moise Kean dopo la Juve si prende anche la Nazionale

Moise Kean ha fatto il su esordito nella Nazionale italiana il 20 novembre scorso al 62′ dell’amichevole con gli Stati Uniti a Genk.

Un debutto storico: Kean è il primo giocatore nato negli anni duemila a vestire la maglia dell’Italia.

L’attaccante della Juventus è nato il 28 febbraio 2000.

E proprio Moise Kean potrebbe diventare il nuovo volto della Nazionale italiana.

«Date le premesse tecniche – scrive la Repubblica – della sua rapida ascesa, il diciannovenne attaccante della Juventus, nato a Vercelli da genitori ivoriani e cresciuto scolasticamente e calcisticamente ad Asti, potrebbe restare al centro della scena per parecchio tempo.

Lo sport in Italia va molto più veloce della politica retrograda e gli atleti ricordano con la loro stessa presenza multietnica che il colore della pelle non può mai essere una discriminante.

Domani sera a Udine gli azzurri di Mancini potrebbero dunque ribadire il concetto, banale ma indigesto ai razzisti da stadio e a chi ispira i loro ululati: si va in campo per merito e si è cittadini italiani, eleggibili per rappresentare la Nazionale, anche da figli di immigrati.

Dopo il quasi decennale e paradossale tormentone sull’italianissimo Balotelli in maglia azzurra dal 2010, evento del tutto naturale eppure vissuto tuttora come eccezione dalle frange intolleranti, si profila appunto il nuovo Balotelli, ora che l’originale è esiliato dall’ancora inadeguata condizione fisica e della scarsa propensione al gioco collettivo.

Non mancano gli indizi sul possibile impiego di Kean dall’inizio della partita contro la Finlandia, debutto delle qualificazioni a Euro 2020, in attesa della decisione definitiva di domani.

Senza gli infortunati Insigne e Chiesa, che ieri ha lasciato Coverciano, il ct ha provato il tridente con Immobile centravanti in vantaggio su Quagliarella, Bernardeschi jolly alla Fregoli e Kean esterno mobile, destro o sinistro.

I concorrenti del giovane juventino sono Politano in primis e poi El Shaarawy e Grifo o Zaniolo avanzato.

Se però più della tecnica e della velocità conta l’eclettismo, inteso come capacità di giocare in tutti i ruoli dell’attacco centravanti incluso, la potenziale soluzione al problema della Nazionale – lo scarso numero dei gol segnati, in proporzione alle occasioni costruite – sono i vorticosi movimenti del quintetto offensivo: il tridente, il terzino di spinta (Biraghi a sinistra o Piccini a destra, un guaio al polpaccio ha bloccato Florenzi) e l’interno incursore (Barella).

La profezia di mercato di RaiolaMoise vale almeno 75 milioni») non è parsa spropositata ad Allegri: dopo il rientro dal prestito al Verona, ha preferito tenerlo alla Juve, malgrado le tante offerte arrivate anche a gennaio.»

(Fonte: La Repubblica)

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