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giovedì, Aprile 25, 2024

La Repubblica su Allegri: “La Juve più lontana e la voglia di fermarsi”

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Il quotidiano la Repubblica in un suo articolo ha esaminato il momento vissuto da Massimiliano Allegri alla Juventus:

“È inutile scervellarsi ora, anche perché alla domanda daranno tutti la medesima risposta: se Allegri resterà o no lo si saprà solamente dopo che l’Atletico sarà passato da Torino e avrà lasciato i suoi segni provvisori (se verrà eliminato) o definitivi (se la eliminerà) sulla stagione della Juventus”.

“Questo non significa che sarà Simeone a decidere il futuro del collega né che sarà quella partita, con tutta la drammaticità che si sta portando appresso, a formulare una sentenza sul lavoro dell’allenatore. Il 12 marzo è però una possibile scadenza: se la Juve uscisse dalla Champions la sua stagione sarebbe virtualmente finita con tre mesi d’anticipo. A quel punto, tanto vale prendersi l’unico vantaggio di quella situazione e accelerare la programmazione del futuro”.

“Bisogna partire dai dati di fatto: al di là del contratto in scadenza nel 2020, che non è vincolante (ma in caso di permanenza, verrà automaticamente prolungato fino al 2021), la Juve dichiara di considerare Allegri la migliore delle soluzioni possibili e ad Allegri la Juve mette ancora piacere. «Sarei contento di rimanere». Ci sono dunque due volontà che sembrano coincidere, però anche troppi “ma” disseminati qua a là, il più significativo dei quali l’allenatore lo ha spiattellato subito dopo Napoli-Juventus: «Per andare avanti bisogna essere in due»”.

“È lo sviluppo logico di quel «deciderò, deciderà, decideremo» cantilenato sabato e che contiene in sé un novità assolutamente rilevante: Allegri contempla la possibilità che la Juventus non sia più soddisfatta di lui. Fino allo scorso anno si dava per scontato, e probabilmente lo dava per scontato anche lui, il gradimento totale del club, che ora è invece un’incognita resa evidente, persino ostentata”.

“Alla Continassa considerano queste schermaglie del tutto normali. È prassi fare il punto sui programmi e quando la stagione ha avuto il suo snodo e Allegri ha sempre promesso (e poi fatto) chiarezza in tempi ragionevoli. Ma c’è un altro dettaglio, forse fuggito ai più: annunciando il summit che tutto deciderà, sia l’allenatore sia Paratici hanno precisato che prima di discutere il futuro verrà analizzata la stagione in corso, la si giudicherà e si giudicherà il lavoro di chi l’ha condotta. Anche da questo punto di vista, dunque, persiste un’incertezza: non è scontato che il club sia soddisfatto del tecnico ma nemmeno che il tecnico sia soddisfatto del club“.

Le responsabilità del disastro di Madrid si sono abbattute per intero sull’allenatore, che non ha avuto la protezione societaria che ci si poteva aspettare. Insulti, critiche e pressione se li è presi tutti lui, che già nella primavera scorsa, e anche nel dopo Cardiff, tentennava e lo diceva: «Devo capire se ho ancora gli stimoli». Poi li trovò, senza troppi intoppi. Ma adesso, dopo una stagione così logorante?”

“Il tema delle motivazioni è centrale, per una squadra che rischia d’annoiarsi nella ripetizione meccanica del solito scudetto, mentre l’ambiente si sta logorando nell’ossessione della coppa che non ha. Allegri non ha l’ansia di sovrapporre una nuova esperienza a quella bianconera. Dovesse separarsi dalla Juve (da cui comunque sarebbe creditore dei 7,5 milioni di euro dell’ultimo anno di contratto), un periodo di sabbatico lo mette in preventivo, anche se in estate potrebbero liberarsi quattro panchine di primo piano (Real, Chelsea, Manchester United, Bayern) e lui sarebbe naturalmente candidato a tutte e quattro“.

“Ma forse in questo momento ha più stanchezza addosso (e anche un po’ di fastidio) che smanie. E se ci fosse bisogno di un erede? C’è Zidane, sponsorizzatissimo da Ronaldo. E di sicuro, dalla sua approvazione non si può prescindere”.

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