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venerdì, Aprile 19, 2024

Il Fenomeno nel tempio della Divinità

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Questa sera Cristiano Ronaldo gioca al San Paolo nel tempio di Maradona.

L’uomo bionico nel tempio del genio assoluto ma anche della sregolatezza sfrenata.

Cristiano Ronaldo, fresco vincitore del suo quinto Pallone d’Oro ebbe a dire di se stesso: «Sono il miglior calciatore della storia».

La risposta di Maradona arrivò come al solito colorita: “Dice di essere il migliore giocatore della storia del calcio? Ditegli di non sparare cazzate“.

Comunque il Re di Napoli ne riconobbe la grandezza: “CR7 è una meraviglia ma, se io giocassi adesso, io avrei più Palloni d’Oro di lui e Messi

Insomma, anche per Maradona, Cristiano Ronaldo è, se non il numero uno, almeno un numero uno. D’altronde segna più gol di quante partite giochi, ha colpi spettacolari e unici, è un mostro di professionalità, ha un fisico integro (… bestiale). Ha anche una popolarità senza confini e senza limiti, nella realtà e nel virtuale, da vera star mondiale dello spettacolo.

La Juve, prendendolo, ha realizzato il colpo più grande nella storia del mercato, paragonabile solo all’acquisto di Maradona da parte del Napoli.

La differenza? Cristiano lucida i muscoli da culturista, Diego, invece, mostrava il ventre molle la manifestazione anarchica del genio.

Questa differenza la descrive bene la Gazzetta dello Sport.

Lassù, sulla collina di Posillipo, uno scarno garage fu adattato a palestra: Re Diego usava, soprattutto, una buffa cyclette bianca
In quella balconata sul mare di Napoli, Maradona faceva ciò che meno gradiva al mondo: allenarsi senza la palla.

L’alieno, che oggi entrerà nel tempio, al San Paolo, ha priorità diverse: l’allenamento è la scintilla che alimenta la passione.

Cristiano lucida i muscoli da culturista dentro casa e mai sopporterebbe l’onta dell’essere sovrappeso

Per Diego, invece, il ventre molle era la manifestazione anarchica del genio“.

Ronaldo che va nelle terre della religione maradoniana fa discutere proprio per questo: il re del rigore fisico nella città che amerà in eterno il campione degli eccessi.

Il 7 che mai si è concesso un ritardo e il 10 che si fece attendere per settimane all’inizio del campionato 1988-89. Il contrasto affascina, forse più di un Napoli-Juve poco utile alla classifica”.

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