Walter Veltroni, ex leader del PD, scrittore, giornalista e grande tifoso della Juventus, ha intervistato Fabio Paratici.
Quando Cristiano Ronaldo arrivo in Italia, grazie sopratutto a un’intuizione di Paratici, Veltroni manifesto da subito il suo entusiasmo per quell’operazione che nessuno neanche aveva mai immaginato.
“Non posso che essere felice, è sicuramente l’acquisto più importante nella storia del calcio italiano paragonabile a quello di Maradona“, disse il tifoso Walter commentando l’arrivo di CR7.
“È una grande occasione per tutto il calcio italiano che ora avrà gli occhi di tutto il mondo addosso: facciamoci trovare pronti e all’altezza“.
“È un capolavoro manageriale e un gigantesco affare per la mondializzazione del marchio Juventus. sarà uno spettacolo meraviglioso per tutti quelli che amano il calcio“, le parole lungimiranti del tifoso bianconero.
Oggi Valter Veltroni si fa raccontare direttamente dall’artefice principale come gli è venuta in mente e poi com’è riuscito a portare a termine una tale operazione. Lo fa intervistando Fabio Paratici per la Gazzetta dello Sport.
Mi racconta finalmente – chiede Veltroni- come è andata davvero con Ronaldo?
La premessa
“L’anno scorso sapevamo di perdere Buffon e Higuain, ho detto al presidente Agnelli che c’erano due modi per rimotivare la squadra: comprare Cristiano Ronaldo o Icardi e scatenare un casino incredibile… CR7 è stato un affare, non solo dal punto di vista tecnico: a livello economico si è ripagato da solo. Marotta non è mai stato contrario al suo acquisto, mi dispiace non lavorare più insieme a lui dopo 15 anni“.
Come andò dunque con Ronaldo
«Quando noi abbiamo giocato a Madrid – racconta Paratici – è venuto Mendes, come si fa sempre nei giorni della Champions. Gli dico: “Cristiano ha fatto dei gol incredibili”, avevo ancora negli occhi, con ammirazione e dolore, la rovesciata.
Lui mi guarda e mi risponde: “Tu non ci crederai ma Cristiano, se cambia, vuole venire alla Juve. Ricordati che è meno strano di quanto tu possa pensare. Poi ne parliamo”.
Io ho pensato a una boutade ma ho cominciato a ragionarci. Ci siamo trovati all’aeroporto dei voli privati di Linate con Mendes e Giovanni Branchini per chiudere, non ci voleva molto, quel fenomeno di Cancelo.
Mendes mi guarda ancora, ora si capiva che faceva sul serio: “Ricordati l’altra cosa, vedrai che Ronaldo si muove da Madrid. Te lo dico chiaro: il giocatore vuole venire solo alla Juve. Lui ha giocato nel Manchester United che è la più grande squadra inglese, poi nel Real Madrid, lui va solo in squadre storiche. In Italia non ha mai giocato, vuole vincere anche il titolo italiano. Se lo volete, lui c’è”.
Gli ho detto: “Va bene allora tu dimmi un po’ di cosa stiamo parlando”. Io, che certo non mi ero scordato e certo volevo Ronaldo, sono arrivato lì preparato.
Pensavo: se lui ne riparla voglio vedere, come al poker, che carte ha in mano: “Di cosa stiamo parlando?”. “Questo è il salario, questo il trasferimento”, dice lui. “Fammi pensare qualche giorno e poi ti darò una risposta”.
Non ho detto no, altrimenti lui avrebbe cercato altro.