Cesare Prandelli, ex tecnico della Nazionale ora allenatore del Genoa, ha concesso una lunga intervista a Tutto Sport.
Dalle sue parole emerge la sua juventinità, e il suo rammarico per non essere approdato alla panchina bianconera.
D’altronde il centrocampista Cesare Prendelli con la Juventus ha giocato sei stagioni, vincendo la Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa UEFA, la Coppa Italia e tre scudetti. Ha giocato con Zof, Scirea, Tardelli, Causio, Bettega, Platini, …. Era la Juve dell’epoca doro di Bonipperti e del Trap.
Per Prandelli Chiellini rachide il DNA della Juve, per vincere la Champions la Juventus “ha bisogno di Chiellini. Lui è come Zoff, Tardelli, Bettega…“.
L’ex CT oggi svela un retroscena sul suo mancato approdo sulla panchina della Juventus. Prandelli all’epoca allenava la Fiorentina.
«I dirigenti della Fiorentina – racconta Cesare Prandelli – mi dissero che ero libero di trattare con chiunque. Poi una mattina apro un giornale e leggo un attacco feroce per questa cosa (Prandelli alla Juve). Incredibile: mi avevano dato loro il via libera! Allora risposi: bene, io sono pronto a firmare per cinque anni con la Fiorentina. E loro fecero la dichiarazione: “Lo abbiamo accasato alla Nazionale”. Finì che accettai la panchina dell’Italia: Se ti chiama l’Italia, come fai a dire no?”.
Dal Prandelli allenatore al Prandelli calciatore.
“L’incontro con Boniperti. Mi disse subito: ragazzo, sei qui – come tutti gli altri – per vincere. Dunque, mi raccomando, lavoro e lavoro. E poi la prima partita a Villar Perosa, con la famiglia Agnelli a bordo campo. Da brividi. Comunque ti dicevo di Boniperti. Secondo me è stato il più grande dirigente della storia del calcio“.
Cosa insegnano alla Juve? La disciplina? Il senso di responsabilità?
“Alla Juve non devono spiegarti nulla, non devono insegnarti nulla. Tu arrivi, e come successe a me, cominci ad allenarti con Zoff, Tardelli, Bettega. Vedi come lavorano loro e capisci che devi adeguarti“.
La Coppa dei Campioni del 1984-85. Il ricordo della tragedia dell’Heysel.
“E’ una partita che nessuno avrebbe voluto giocare, Boniperti per primo. Noi, dagli spogliatoi, non capivamo cosa era successo. In tv si vedevano cose che noi neppure immaginavamo. Famiglie di tifosi passavano dallo spogliatoio e giustamente non ci degnavano di uno sguardo, pensavano solo a scappare e noi li aiutavamo a passare dall’altra porta. Venne Boniperti e ci disse: “Sembra che ci sono stati due morti, non giochiamo”. Ma il delegato Uefa si impose e ci mandò in campo. Tutti noi eravamo convinti che si sarebbe giocato un solo tempo per organizzare i soccorsi e il deflusso. All’intervallo sempre lo stesso delegato ci obbligò a giocare anche il secondo tempo. Io entrai a dieci minuti dalla fine, un’esperienza terribile“.
La Juve ora è tra le favorite di questa Champions?
“«Una delle 3-4 favorite. La Champions dipende da tante cose, da un episodio, da un infortunio. Per la Juve è fondamentale recuperare Chiellini e mi sembra che ci siano buone notizie in questo senso. Lui è come uno di quelli – Zoff, Tardelli, Bettega… – di cui ti parlavo“.