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giovedì, Marzo 28, 2024

Koulibaly accusa il calcio italiano

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Kalidou Koulibaly è pronto per tornare in campo.

Dopo le due giornate di squalifica inflitte dal giudice sportivo, il forte difensore partenopeo calcherà nuovamente il terreno di gioco proprio a San Siro, stavolta contro il Milan

Durante questo mese, nel frattempo è arrivata la bocciatura del ricorso da parte della società partenopea contro il doppio turno di stop per il leader della difesa di Ancelotti.

Ricordiamolo, l’espulsione a Koulibaly era pervenuta a seguito dell’applauso ironico all’arbitro Mazzoleni che lo aveva ammonito per un fallo su Politano dopo non aver provveduto a sospendere la partita per gli ululati razzisti a carico del senegalese.

Questi fatti hanno scatenato la rabbia del Napoli e del suo presidente De Laurentiis.

Ora Koulibaly, prima di voltare definitivamente pagina, ha voluto rilasciare un’intervista sui canali social del Napoli. Ecco le sue parole riprese anche dal sito sportivo VirgilioSport:

“Che io sia diventato un simbolo contro il razzismo da un lato mi fa piacere, ma mi rattrista tanto perché se nel 2019 ancora dobbiamo lottare per far affermare certi valori di tolleranza, significa che abbiamo fatto passi indietro”.

Di fronte a questa piaga olaneatria che coinvolge il mondo il calcio Koulibaly ammette:

“Sono nato in Francia, cresciuto lì senza problemi, con compagni di classe turchi, arabi o di altra provenienza. E il problema del razzismo lì non lo ho avvertito. In quel Paese sono avanti, su questa problematica”.

Conclude con queste parole il forte difensore centrale di Ancelotti:
“In Italia – dice Kolybali – all’inizio non avvertivo questo problema perché dovevo capire la lingua, poi quando ho cominciato a parlare l’italiano, la domenica sentivo tanti cori discriminatori contro i napoletani”.

E ancora dice il senegalese: “e questo mi dispiace molto perché Napoli è una città bellissima. Purtroppo c’è una parte di gente, una minoranza per fortuna, che preferisce insultare. Penso per esempio al mio amico Insigne, discriminato come napoletano e poi magari applaudito, giustamente, in Nazionale” conclude Koulibaly.

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