Il Corriere della Sera svela un retroscena sulla mancata convocazione di Higuain.
La mancata convocazione del Pipita per la sfida contro il Genoa è stato per tutti il segnale che la storia col Milan era arrivata ai titoli di coda.
Era anche convinzione comune che fosse stato Rino Gattuso a fare questa scelta per proteggere la squadra e giocarsela al meglio contro i grifoni.
D’altronde è quello che volevano fare intendere le parole pronunciate da Gattuso alla conferenza stampa di presentazione della partita: “Voglio solo persone che sono pronte a livello mentale per venire a fare la guerra con noi, Gonzalo oggi non lo era. Deluso? Non sono deluso da lui, sono stato giocatore. Io ho fatto di tutto, lui con me si è comportato bene. Accetto la scelta, è successo con Bonucci ma rispetto la scelta. Poteva fare di più lui e anche noi nel farlo esprimere al meglio“.
Invece i fatti sono andati diversamente. Scrive il Corriere: “A decidere non è stato l’allenatore, ma l’attaccante.”
Il Corriere racconta come si sono svolti i fatti che precedono la conferenza stampa: “I due (Gattuso e Higuain) si sono parlati a fine allenamento, «uno dei più brutti della mia gestione, una rifinitura pessima», come da efficace definizione del tecnico. Convocato nell’ufficio di Gennarino, il Pipita è stato chiarissimo: mister, non mi convochi, io non me la sento.”
La richiesta di Higuain è sta presa male da Gattuso, si aspettava un comportamento più professionale da parte di un giocatore di quel livello, che oltretutto ha sempre difeso. Invece ha dovuto soprassedere e subire la decisione dell’argentino. Che, come scrive il Corriere, molto probabilmente non l’avrebbe convocato comunque.
Possiamo cogliere tutta l’amarezza di Rino Gattuso per quest’epilogo nelle sue parole pronunciate sempre nella conferenza stampa: “E’ successo anche a me, dopo 13 anni al Milan sono andato a Sion, venivo da un problema agli occhi e dopo un po’ mi è presa la scimmia e volevo abbandonare. Il passo indietro dovevo farlo io, non ho rotto le scatole su quello che non andava bene. Ero abituato a vincere e giocare con grandissimi campioni, ho fatto passi indietro, mi sono messo a disposizione. Non bisogna andare sempre alla ricerca delle cose perfette“.