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2018 l’anno di Cristiano Ronaldo: “Fuoriclasse diverso, un cannoniere fantasista essenziale”

31 dicembre 2018, il Corriere della Sera affida alla penna di Mario Sconcerti il giudizio sul calcio italiano nell’anno di Cristiano Ronaldo.

Al di la dei voti ci hanno colpito alcune le pennellate veloci ma efficaci su alcuni protagonisti.

Scontato il giudizio sulla Juventus, per i bianconeri d’altronde parlano i numeri: “Di questa stagione è inutile parlare: record di qualunque cosa“.

Cristiano Ronaldo: “Quasi mai salta l’uomo, i suoi movimenti sono funzionali ad aprire il tiro. Ha una diversità inconoscibile, quasi ovvia ma non contenibile“.

Marotta: “È uno felice, entusiasta della vita, ottimista e inflessibile“.

Quagliarella: “Più invecchia, più inventa”.

Chiesa: “Ha qualcosa di irreparabile nel suo scatto, nella voglia di cercare cose importanti. È più veloce di quanto può permettersi il suo controllo palla“.

Ancelotti: “Sarri partiva e restava nella metà campo degli avversari. Ancelotti gioca a calcio, cioè alterna, segue la ragione non uno schema“.

Gattuso: “È uno sincero, quindi fondamentalmente pessimista”.

Higuain: “Scartato dalla Juve si è spento quasi in polemica con se stesso”.

Ecco la pagella del quotidiano:

Cristiano Ronaldo: 9
Non stupisce il numero dei suoi gol, stupisce il modo in cui li crea. Quasi mai salta l’uomo, i suoi movimenti sono funzionali ad aprire il tiro. Ha una diversità inconoscibile, quasi ovvia ma non contenibile. Messi dribbla sempre più avversari, Ronaldo fa sul lato la sua finta, ma al centro sposta di 15 centimetri il pallone e trova l’angolo di porta. Ho visto tanti fuoriclasse lungo la strada, ma questo è diverso, è un cannoniere fantasista essenziale.

Marotta: 9
Ci sono cose che pochi sanno. Per esempio che Marotta è uno felice, entusiasta della vita, ottimista e inflessibile. È il dirigente migliore nel calcio di oggi, all’opposto di Moggi come idee e modi. E anche Moggi era molto bravo. Ma in questi ricambi internazionali ci stiamo scordando l’abc del calcio: nelle società contano i proprietari. Cercate l’Inter? Allora cercate Zhang. E Marotta diventerà quello che può realizzarne i sogni.

Quagliarella: 8,5
Giampaolo dice che è proprietà dell’Unesco, qualcosa di vero deve esserci. È uno dei pochi (l’ultimo fu Di Natale) che più invecchia, più inventa.

Chiesa: 8
Ha qualcosa di irreparabile nel suo scatto, nella voglia di cercare cose importanti. È più veloce di quanto può permettersi il suo controllo palla. Con Zaniolo (8) e Bernardeschi (7,5) il giovane più internazionale che abbiamo. Ha bisogno di emozioni forti, scelga in fretta tra una soluzione trionfale e domestica, o una strada più aperta. Nel mezzo rischia di involversi.

Ancelotti: 7,5
I tratti della sua gestione sono stati essenzialmente due: il turn over e aver rovesciato il campo. Sarri partiva e restava nella metà campo degli avversari. Ancelotti gioca a calcio, cioè alterna, segue la ragione non uno schema. Manca però qualcosa al gran lavoro, mancano i risultati seri. Il Napoli è uscito in modo bislacco dalla Champions e ha 9 punti di distacco dalla Juve. Credo sarebbe giustificato anche un piccolo turn over di idee.

Gattuso: 6,5
Non per i risultati, ma per come è costretto a lavorare, cambi di società, mercati finti, la crisi di Higuain e Calhanoglu, gli infortuni. È uno sincero, quindi fondamentalmente pessimista. Forse stanca i giocatori con la storia dell’anima guerriera, ma aveva un buon calcio in mente che è saltato con le emergenze.

Higuain: 4
Troppo poco, la sua mancanza di gol è stato il vero limite del Milan. Scartato dalla Juve si è spento quasi in polemica con se stesso. Ma Higuain in prestito è un controsenso, lo condanni al 50 per cento del servizio.

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