Paulo Dybala, intervistato da otro.com, racconta com’è diventato ‘Joya’.
L’attaccante della Juventus ha fatto un tuffo nel passato ed ha raccontato come si è snodata la sua giovane carriera fino ad oggi.
Ecco il suo racconto.
PARTIAMO DALL’ARGENTINA
“Debuttai in Argentina a soli 17 anni e appena sei mesi dopo arrivarono delle voci dall’Europa, si erano accorti di me e avrei potuto lasciare l’Argentina”.
ARRIVIAMO A PALERMO
“Nel momento in cui mi dissero che il Palermo era interessato a me, non ho esitato neanche per un momento e lo dissi alla mia famiglia. Loro mi hanno risposto: sì andiamo, prendiamo le nostre cose, i nostri vestiti e trasferiamoci in in Italia”.
ARRIVO A TORINO
“Da Palermo a Torino il cambiamento è stato drastico. Ero abituato a fare colazione in spiaggia, ad abbronzarmi e il clima era completamente diverso”.
TUTTO CAMBIA
“I primi mesi sono stati duri, ero abituato ad altri ritmi. Potevo girare tranquillamente per la città, ma quando sei alla Juventus è un’altra cosa. La gente mi fermava per chiedermi sempre una foto, è bello quando le persone o i bambini ti chiedono una foto. Mi piace, ma all’inizio è stato difficile, mi mancava molto Palermo”.
L’ACCOGLIENZA DELLA JUVE
“Mi hanno trattato molto bene fin dal primo giorno. Mi hanno accolto come se fossi da anni lì con loro: sono venuti tutti a salutarmi e a parlare con me. Così ho capito com’era la vita in questa squadra”.
UNA NUOVA FAMIGLIA
“Ora che sono passati quattro anni posso dire che è la mia famiglia”.
AMBIRE A VINCERE
“Fin da quando sono arrivato è stato chiaro che una squadra come la Juve aspira a vincere tutti i titoli per cui gioca”.
IL PRESENTE
“Ovviamente, quest’anno, con i nuovi acquisti, le aspettative sono molto alte, specialmente dopo i titoli vinti gli anni precedenti. Siamo arrivati in finale di Champions, ma non abbiamo vinto come tutti avrebbero voluto”.
LA PROSPETTIVA PROSSIMA
“Questo potrebbe essere un anno importante, la stagione è iniziata bene, la squadra ha fatto un sacco di punti e ha un buon vantaggio. Siamo consapevoli di potercela fare, ma dobbiamo avere pazienza. C’è ancora molta strada da fare, il campionato è molto lungo, non possiamo mettere i carri davanti ai buoi”.