Arrigo Sacchi ha commentato il sorteggio degli ottavi di Champions League.
La Juventus pesca una sua ex squadra, l’Atletico Madrid.
“La Juventus avrebbe potuto essere più fortunata – dice l’ex tecnico della Nazionale italiana, “L’Atletico è una squadra di eroi. Come diceva il francese Romain Rolland, eroe è chi fa tutto ciò che può”.
Sacchi rilascia queste parole in un’intervista a La Repubblica:
“Simeone – dice Sacchi – ha imparato il tatticismo da noi e sanno difendersi in modo eccellente, persino superiore alla media italiana perché come primo riferimento hanno il pallone, come secondo il compagno e solamente per ultimo l’avversario. Mi ricordano quei boxeur che vincono anche con le ossa rotte”.
“La Juve potrà misurare la propria grandezza”.
Sacchi dice la sua anche sulla forza della Juve attuale:
“A livello di singoli, non c’è paragone. Ma a fare la differenza sarà la qualità del gioco. C’è stata qualche partita in cui proprio non mi sono piaciuti. Vorrei vedere più coraggio.”
Poi Sacchi lancia l’ennesima provocazione al Mister bianconero:
“Continuo a ripeterlo perché ci tengo a stimolare Allegri: la Juve è il leader nel nostro movimento e dovrebbe porsi come modello tecnico. Nessuno ha i loro giocatori, la loro società , la loro organizzazione, ma con quell’impostazione di gioco così tattica, così orientata sui singoli, non riesce a essere un esempio”.
Arrigo Sacchi rincara la dose e ricorda alla Vecchia Signora che “gioca spesso al risparmio. Si accontenta di vincere. Ma chi ha fatto la storia? Ajax, Real, Milan, Barcellona, Bayern. Tutte squadre ricordate per il loro gioco. La Juve deve farsi sedurre dall’idea di entrare in questo novero. Se in sessant’anni ne ha vinte solo due, credo che il suo limite sia proprio culturale”.
La Juve resta comunque una delle favorite per la Champions:
“È la più matura ed equilibrata, al livello di City e Barcellona. E ci metto anche il Liverpool. Lo avete visto con il Napoli? Benché gli bastasse l’1-0 non ha mai smesso di seguire la sua idea di calcio. Le grandi squadre sono quelle che rischiano, perché se non rischi cadi nella routine, dalla routine nel difensivismo e dal difensivismo nel vittimismo, che inibisce creatività e coraggio”.