Gianluigi Buffon, trasferitosi quest’estate dalla Juventus al Paris Saint-Germain, è intervenuto ieri sera durante la trasmissione sportiva Tiki Taka in onda su Italia 1.
Buffon ha chiarito come è maturata in lui la scelta di lasciare la squadra bianconera.
“Io penso che, parlando in maniera amichevole col presidente, dopo un periodo così lungo e così stressante, perché essere giocatore e capitano della Juve un pochino ti pesa, seppure sia un onore, fosse arrivato il momento di finire. O smettevo di giocare, o se fosse venuta una proposta incredibile per continuare a giocare a un livello altissimo l’avrei presa in considerazione. Se fosse arrivata da un campionato esotico non l’avrei considerata”.
Continua il portiere: “È arrivato a maggio il PSG e ha fatto sì che prendessi in considerazione la possibilità di giocare un altro anno o due. È stata una scelta non naturale ma ponderata, ci siamo lasciati in modo dolce. È quello che ho voluto io e penso che volessero tutti quanti. Per me era arrivato il momento di dire basta. Probabilmente era un pensiero che poteva avere qualcun altro nello spogliatoio e l’unico modo per ridestare tutti era l’acquisto di Cristiano”.
Ha poi espresso un parere su Gattuso: “Sta sorprendendo tutti. Al di là del gioco, la cosa più bella è vedere che la squadra incarna lo spirito e le caratteristiche umane del suo allenatore, penso che sia uno spot incredibile in un calcio come questo”.
Il portiere è tornato poi sulla polemica dello scorso anno dopo la partita con il Real Madrid.
“Ho fatto quell’intervista perché ero fuori dalla grazia di Dio. C’era la necessità per le TV di parlare quasi immediatamente. Qualche giorno dopo mi hanno chiesto se avrei ripetuto quanto detto, ma io sapevo già dopo due ore di aver esagerato. Però in quel momento sentivo il bisogno di dire quello. Non dico di aver fatto bene, è stato un esempio sbagliato, ma non potevo dire altro che quello. Domani, se ricapitasse, direi le stesse cose. Poi chiederei scusa all’arbitro. Non c’entra il fatto che pensavo a vincere la Champions o alla mia ultima partita, ma quella era un’impresa calcistica da raccontare ai miei nipoti, ribaltare uno 0-3 a Madrid col Real è una cosa che non fa nessuno e io avrei potuto raccontarlo”.
Aggiunge Buffon: “Cosa direi oggi? Non ho dubbi. Nel senso che è una situazione, come ho detto anche all’epoca, dubbia, e una situazione dubbia al 92′ e qualche secondo, dopo una partita simile, con tutto quello che può essere accaduto all’andata, un arbitro con un po’ di esperienza non fa quella stessa scelta. Ne sono certo al 100%”.
E sul Pallone d’Oro a Modric: “Penso abbia fatto una stagione incredibile e negli ultimi anni stia dimostrando di essere un campione eccezionale. Io penso che se l’avesse vinto Mbappé o Griezmann non ci sarebbe stato da gridare allo scandalo, perché alla fine la vittoria del mondiale incide molto e solo la forza di due fenomeni come Ronaldo e Messi ha fatto sì che negli anni passasse in secondo piano”.
Poi sulle frasi di Firenze su Scirea e l’Heysel: “È un discorso delicato, non mi va di bacchettare la gente da fuori dall’Italia. Io non voglio pensare e non voglio credere che un tifoso della Fiorentina abbia scritto una cosa del genere. Un essere umano che ha più di 15 anni, nel momento in cui va a pensare una cosa del genere e va a scrivere quelle cose, è già stata condannata dalla vita. Non c’è di peggio”.
Un pensiero anche per Astori: “Io onestamente a un ragazzo come Asto penso di pensarci almeno 3-4-5 giorni a settimana. E poi però avevo anche pensato che una situazione del genere almeno ne fosse valsa la pena perché aveva creato un clima di serenità e maggior rispetto tra Juve e Fiorentina a livello di tifoserie. L’accoglienza che ci avevano riservato quel giorno era stata davvero commovente. Per questo sfido chiunque a dirmi che chi ha scritto una cosa del genere sia un tifoso della Fiorentina”.
Fonte: alfredopedulla