Mario Sconcerti è uno dei più grandi giornalisti italiani. Famosissimi sono i suoi editoriali sul Corriere della Sera dove analizza, con estrema bravura, i temi caldi del calcio italiano. Ma l’opinionista è divenuto ancor più famoso per una sua frase pronunciata poco prima della finale di Champions, a Cardiff, tra Real Madrid e Juventus. «La Juventus ha i migliori giocatori d’Europa, temo che Cristiano Ronaldo alla Juventus farebbe il tornante o la riserva». Queste furono le parole pronunciate da Sconcerti. Parole che nei giorni successivi suscitarono le ilarità del web visto anche il punteggio con il quale il Real Madrid si assicurò la dodicesima Champions League.
Le sue dichiarazioni volevano essere una provocazione e provò a spiegarlo poche settimane più tardi motivando così le sue parole sull’ ipotetico ruolo di riserva alla Juventus di Cristiano Ronaldo: «Credevo di avere amici capaci di saper interpretare le due cose che quella frase conteneva (peraltro tra parentesi), cioè una provocazione e una conclusione tecnica molto più generale. Il discorso era di qualità tattiche, non individuali. Non ho mai pensato né scritto che Mandzukic sia meglio di Ronaldo, ho pensato e penso che Ronaldo non potrebbe fare quello che Mandzukic fa nella Juve da alcuni mesi».
Da quel giorno è passato quasi un anno e mezzo e le cose sono cambiate. CR7, «appesantito» da un’altra Champions League e da un altro Pallone d’Oro, ha cambiato casacca scegliendo proprio i bianconeri di Massimiliano Allegri, dove il portoghese si ritrova in un parco attaccanti ancor più competitivo di quello presente a Cardiff quella sera (Douglas Costa, Bernardeschi). Il paradosso del destino nel calcio e che Ronaldo nelle prime giornate di campionato ha pure fatto, e bene, quello che Mandzukic ha meravigliosamente fatto nelle stagioni precedenti. E lo stesso Mandzukic ha dato prova delle sue doti di cannoniere in un ruolo che da anni oramai non ricopriva più.
Ora che Ronaldo è un giocatore della Juventus, sarà la coppa dalle grandi orecchie ad avvalorare o meno la tesi del famoso giornalista.