Luciano Moggi, ex direttore sportivo dei bianconeri, ha analizzato l’andamento della Juventus ai microfoni di TuttomercatoWeb.com: “Vanno valutati in prospettiva perché è un gruppo fatto di giovani, che deve avere il tempo di crescere. Non è pronto oggi per vincere, ma può venire fuori in futuro perché ci sono giocatori molto buoni. Non si costruiscono le cose in un anno, ma le cose stanno andando discretamente bene”.
Il lavoro di Thiago Motta la sta convincendo?
“Se mi convince la squadra, mi convince anche lui. Ha dovuto fare i conti con gli infortuni, quello capitato a Bremer non è uno scherzo, ora ce n’è stato un altro… Devono andare avanti così, pensando di essere competitivi in un paio di anni a tutti i livelli e credo possano farcela. Giuntoli ha fatto un buon lavoro”.
La lotta Scudetto è tra Inter e Napoli?
“Sì, ci sarebbe l’Atalanta, ma privilegia certe volte decisioni differenti. Hanno la fortuna di avere un allenatore che è una cassaforte e che permette di vendere bene dei calciatori, incassare dei soldi e poi sopravanzare quelli che li acquistano. Se avesse mantenuto tutto quello che ha prodotto la Dea sarebbe uno squadrone. Percassi e Gasperini hanno stabilito che vogliono coniugare molto bene il lato sportivo e quello economico. De Ketelaere aveva minato la credibilità sportiva di Maldini e a Bergamo è uno dei migliori, Retegui era un attaccante discreto nel Genoa, è diventato capocannoniere all’Atalanta. Il lavoro è importante, quei due conoscono il calcio a menadito”.
Le polemiche tra Conte, De Laurentiis e Marotta in che ottica le valuta?
“Questo è il pepe del calcio, ognuno tira l’acqua al suo mulino. Conte ha fatto presente un problema che veramente esiste e lo ha fatto quando l’avversario ha sbagliato il rigore, è un monito per tutti quanti. Sarebbe stato diverso dirlo dopo un gol. Il VAR è una macchina soggettiva: è oggettiva per il fuorigioco, anche se spesso si vede poco la linea quando parte la palla, ma è tracciata quindi… Però è soggettiva perché l’intensità la valuta l’arbitro, il VAR è un tantino deficitario perché a volte non può intervenire, a volte non vede. Ha comunque salvato tante situazioni. Qualche presidente disse che con il VAR la Juve non avrebbe più vinto, ma con un intento malefico. La Juve vinceva perché aveva idee e oggi infatti tutti gli allenatori migliori sono scuola Juve. Il problema che si va a porre in essere non dico sia di opportunità, ma qualcuno esagera nel parlare del VAR e sono proprio quelli che lo avevano benedetto. Il calcio non sarebbe seguito senza polemiche, ma sono d’accordo con Rocchi quando chiede di non farne: la mia valutazione sul VAR è al 70% positiva, al 30% negativa”.