Il Processo Prisma è stato spostato a Roma come chiedeva la Juve.
Andrea Bosco, sulle colonne di Tuttojuve analizza i pericoli che si celano dietro a questa decisione:
“La Procura di Torino – ha spiegato la Cassazione – era incompetente ad indagare. Conseguentemente (senza gli atti di quella procura) Chinè non avrebbe potuto sanzionarla”.
“Il processo ripartirà da zero. Ci vorranno almeno due anni, ma per la conosciuta lentezza della giustizia italiana, è difficile che in un biennio si arrivi alla conclusione. Impensabile che in caso di “assoluzione“ della Juventus, (ma non è detto accada) i pm di Torino vengano puniti”.
“Difficile che (eventualmente) la Juventus si possa vedere riconosciuti danni economici. Chi pagherebbe? La Federazione di Gravina?“, si chiede il giornalista.
“Sul processo aleggia l’eventualità della prescrizione. Come nel 2006, quando il Procuratore Federale Palazzi, ci mise cinque anni (in avvenuta prescrizione) per ipotizzare comportamenti illeciti da parte dell’Inter. Ipotesi di reato che avrebbe potuto comportare la retrocessione. E la revoca dello scudetto assegnato da Guido Rossi ai milanesi”.