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Bosco: “La Juve di Elkann come quella di Blanc. Almeno Agnelli ha la schiena dritta. In Famiglia rimasti solo 3 tifosi: “Allegra, Andrea e Lapo”

“Cari lettori: come avrete capito non condivido la scelta della Juventus di patteggiare”, il pensiero di Andrea Bosco sulle colonne di Tuttojuve.

La Juventus ha colpe immense: sul campo e fuori dal campo. Ma come per Calciopoli ha pagato (e pagherà) solo lei. Gli “altri“ godono di immunità. Come sempre è accaduto”.

La Juventus di Elkann é simile a quella di Jean Claude Blanc: priva di carattere. Andrea Agnelli che è uscito dall’accordo temerario ha dimostrato per lo meno di avere la schiena dritta. Lui al Tar (mia impressione) ci andrà. Da privato cittadino, non da ex dirigente della Juventus”.

Si è tolto dal lotto, certamente per orgoglio, ma anche per non danneggiare il percorso “penitente“ della Juventus. In quella Famiglia ormai sono rimasti in tre a tifare per la Juventus: Allegra, Andrea e Lapo” .

La Juventus ha le sue colpe . Ma la sanzione che ha accettato appare spropositata. Specie per come è maturata, all’interno di un campionato falsato. Dove lo scudetto del Napoli è stato sacrosanto. Ma dove la Juventus, ha accettato di farsi giudicare da una giustizia con i dadi truccati. Hanno accettato e non avrebbero dovuto farlo. Non dopo Calciopoli. Non dopo la relazione Palazzi adversus Inter. Non dopo le rivelazioni di Cellino a “Report“.

Elkann mi ha deluso. Uno con la sua capacità economica, in grado di comprare (volendo) il Real Madrid e di trasformarlo in una bocciofila, avrebbe potuto dimostrare animus pugnandi”.

Non sopporto l’operato di Elkann. E non posso dimenticare che si fece di pastafrolla davanti ai “consigli“ di Luca Cordero di Montezemolo (“evitare di andare al Tar“) nella stagione di Calciopoli. Allora non si sapeva che Luca Cordero era stato eletto presidente di Confindustria con l’appoggio determinante (Ranucci dixit, puntata di “Report“) di Marco Tronchetti Provera, l’uomo che avrebbe assunto Guido Rossi. Non come consulente: come presidente”.

“Magari Elkann non lo sapeva. Ma Franzo Stevens e Gabetti appare improbabile lo ignorassero. Spiegava quella linguaccia di Mark Twain: “La gratitudine è un debito che di solito si va accumulando come accade con i ricatti: più paghi, più te ne chiedono“. Oh yes!”

“Ci sono stati anni di vacche grasse. Oggi è tempo di carestia: siate consapevoli che la sconfitta è la più bella “educazione“ che lo sport possa offrire. Perdere è onorevole. Essere pavidi non lo è”.

La Juventus non esiste più. Se rinascerà sarà una società diversa. Con ambizioni diverse. Certamente con un prestigio inferiore rispetto a quella nata per volere di un gruppo di liceali su una panchina di Torino. Si può retrocedere. Ma non si dovrebbe mai perdere l’onore. Io però, probabilmente sono come l’anarchico di Bianciardi che ne “La vita agra“ sognava di radere al suolo il Pirellone: un idealista” .

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