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Sentenza Juve, esperti increduli. Avv. Tortorella: “Chiné ha parlato solo per accusare la Juve. Violato il principio «ne bis in idem»”

L’avvocatessa e professoressa, Flavia Tortorella, grande esperta di Giustizia Sportiva ha parlato a Tuttosport della recente sentenza che ha colpito la Juventus:

Sono sorpresa che il ricorso sia stato dichiarato ammissibile. Ammissibile per tutte, non solo per la Juve. Ritenevo, conoscendo i procedimenti che si erano già celebrati in precedenza, che vi fossero elementi ostativi all’ingresso nel merito di una questione che era già stata ampiamente dibattuta. Ipotizzo che la Corte abbia ritenuto le eccezioni sollevate sul punto superabili ed abbia quindi inteso rivalutare il materiale probatorio nella sua interezza”, le prime parole del legale.

La dott.ssa si riserva di esprimersi sulla difformità di giudizio: “Quest’ultima valutazione la rimetterei al momento in cui conosceremo le motivazioni che hanno portato la Corte a condannare soltanto una società rispetto a tutte quelle coinvolte”.

Non dimentichiamoci che il materiale probatorio integrativo riguardava soltanto la Juventus. Per cui, oggettivamente, vi erano diversi elementi incentrati su una singola posizione. Ma, ripeto, bisogna attendere le motivazioni per capire cosa abbia pesato maggiormente”.

“La Corte potrebbe essersi spinta verso una valutazione ad ampio raggio, dirottata su un determinato modus operandi ritenuto incompatibile con le norme sportive in materia di gestione economico finanziaria di un Club”.

E poi: “Sicuramente la requisitoria del Procuratore Federale mi ha colpita: dei 44 minuti concessi, sono stati spesi tutti per sostenere esclusivamente l’accusa contro la Juventus, senza mai entrare nel merito delle singole contestazioni sollevate verso le altre società coinvolte. E’ stata una precisa scelta del Procuratore federale. Probabilmente riteneva che quelli fossero gli elementi più forti per convincere la Corte ad una rivalutazione nel merito della questione e ad una valorizzazione degli elementi probatori ulteriori che sono stati posti alla sua attenzione”.

“Ilprocedimento indiziario si basa sulla raccolta di indizi gravi, precisi e concordanti. Per cui il singolo indizio non può fornire prova di un illecito, c’è ampia giurisprudenza di legittimità sulla scorta della quale i singoli indizi debbono essere valutati complessivamente nella loro univocità, e solo dove ce ne siano di più e convergenti si possa pervenire ad un verdetto di colpevolezza. In questo caso sono stati diversi gli elementi posti all’attenzione della Corte rispetto al materiale probatorio iniziale. Tuttavia tali elementi non sono sopravvenuti, ci sono sempre stati. La Procura federale aveva ritenuto non indispensabile la loro conoscenza per poter processare società e tesserati; invece, sostanzialmente, le è stata concessa una seconda opportunità per effettuare un nuovo procedimento sui medesimi fatti“.

Sicuramente la violazione del ne bis in idem era una delle eccezioni a mio avviso maggiormente significative. Come avrei impostato la difesa? Queste sono valutazioni che ritengo non vadano fatte. Naturalmente ognuno può avere delle convinzioni che fisiologicamente possono modificarsi nel tempo in quanto condizionate da altri elementi”.

Diciamo, però, che alla luce della mia esperienza in questo settore spesso ho preferito dividere le strategie, potendo tracciare una netta divisione tra l’operato delle persone fisiche e la responsabilità effettiva della società sportiva.

Adesso? “Mi concentrerei sul giudizio rescindente, portando all’attenzione del Collegio di garanzia tutta una serie di valutazioni che attengono strettamente alla fase di ammissibilità del ricorso per revocazione. L’indole del rimedio deve essere rispettato. D’altronde, il Collegio di garanzia, nella sua funzione di giudice di legittimità, mai potrebbe entrare nel merito delle singole contestazioni”.

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