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Calciopoli, Moggi: “Ero arrabbiato con un arbitro che ora è indagato per truffa”

Luciano Moggi è tornato sullo scandalo Calciopoli.

L’ex dirigente della Juventus ha rilasciato le seguenti dichiarazioni raccolte da Tutto Juve in merito alla vicenda, la quale lo ha estromesso a titolo definitivo dal mondo del calcio:

Io ce l’avevo con Paparesta. Ce l’avevo con lui, che aveva dato retta in tutto e per tutto a un assistente, che è Cristiano Copelli. Questo assistente ha annullato un gol valido a Kapo e non aveva segnalato un rigore grosso come una casa all’arbitro”.

In questo momento, è indagato per grave truffa allo Stato per i “Gratta & Vinci” e per i quali ha subito una verifica dalla Guardia di Finanza”.

Tornando a Paparesta, “posso dire di aver fatto una battuta. Ma se una battuta vuol significare un sequestro di persona, allora cosa dovremmo dire quando Meani telefona all’arbitro De Santis il giorno prima della partita Fiorentina-Milan, dicendogli: “Stai attento a non ammonire Nesta, perché, se no ti ammazzano” Se la minaccia è quella che ho fatto io con una battuta, ditemi voi questa cosa poteva essere”.

Questa doveva essere considerata una minaccia a tutti gli effetti. Il discorso della chiusura di Paparesta negli spogliatoi di Reggio Calabria è stata smentita da Paparesta stesso, mentre quella di Meani no”.

“E in quel Fiorentina-Milan c’è stato di tutto: un fallo da rigore di Pancaro su Pazzini, si sono menati a dismisura e non stati ammoniti. Se la Juventus potrebbe riavere lo scudetto indietro? Questo non potrei mai dirlo anche perché l’avvocato Zaccone ha difeso la Juventus in maniera impropria, ammettendo della colpe inesistenti. Il processo sportivo, infatti, dice un’altra cosa”, la conclusione di Moggi.

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