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Tare e il fallimento tecnico della Juventus. Il Corriere dello Sport: Non hai capito nulla

Le affermazioni di Tare – DS della Lazio – sulle condizioni finanziarie di alcuni club tra i quali la Juventus, definita nel corso di un dibattito alla Luiss «tecnicamente fallita» e «tenuta in vita perché il sistema ne ha bisogno», non sono piaciute al Corriere dello Sport, che attraverso il proprio giornalista (Alessandro F. Giudice) a spiegato al DS biancoceleste il significato delle parole da lui usate e come stanno davvero le cose.

“Per amore di verità e per non esporre gli studenti a frasi casuali, è bene premettere che il giudizio non è fondato “tecnicamente”, ma neppure sostanzialmente. I quattro (Juve, Roma, Milan e Inter ndr) hanno subìto perdite gigantesche ma una società fallisce se incapace di onorare i debiti (fornitori, dipendenti, banche ecc.) non quando perde”.

Passando al concreto: “La Juve, ad esempio, ha perso 600 milioni in quattro anni. Il titolo in borsa è crollato e il valore di mercato riflette uno squilibrio economico insopportabile. Ma gli azionisti hanno versato 700 milioni in aumenti di capitale e non può dirsi fallita finché la proprietà può (e vuole) ricapitalizzare”.

Il giornalista zittisce Tare spiegando inoltre che “un’azienda può perdere a oltranza, eppure rispettare gli impegni ottenendo credito, o gli azionisti possono ricapitalizzarla come le squadre citate. Analogamente, aziende in utile possono cadere in difficoltà finanziarie: ad esempio, dovendo spesare grandi investimenti o per difficoltà ad incassare dai clienti. Come insegnano nelle aule in cui Tare ha rilasciato frettolose patenti di fallimento, si fallisce con la cassa vuota non coi bilanci in rosso”.

Poi l’affondo finale: “Ancor meno condivisibile ci pare la frase sul “sistema” (generica entità sempre evocata per alludere a misteriosi disegni occulti) che li terrebbe in piedi perché “too big to fail”. La verità è molto più semplice: non li tiene in piedi il sistema, ma i soldi degli azionisti”.

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