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Juve, le prove del fallimento

Il fallimento della Juventus e di Max Allegri è evidente da tutti i punti di vista. Dalle scelte di mercato alle prestazioni tecniche dalla squadra, passando per la bizzarre scelte di formazioni di Allegri, sino alla comunicazione (vedasi le dichiarazioni di Arrivabene e Allegri nel pre-partita di Maccabi-Juve).

A tal proposito l’editoriale de Il Bianconero è emblematico in merito alla debacle dei bianconeri in Champions League:

Le scelte di formazione avevano già lasciato molto perplessi i tifosi della Juventus, con Bremer lasciato fuori per Rugani (solo una presenza prima di oggi) e Kostic tenuto in panchina per inserire Mckennie adattandolo sulla corsia esterna”, si legge sulle colonne del sito di matrice bianconera.

Poi sulle assurde parole di Allegri nel prepartita, si legge che “l’allenatore bianconero le aveva spiegate nel prepartita con la logica del turnover. Scelte che non hanno però minimamente pagato, visto che all’intervallo è corso ai ripari sostituendo proprio l’americano per l’esterno serbo”.

Così come fino ad ora non ha pagato la scelta di puntare forte su Leandro Paredes, voluto a tutti i costi da Allegri per avere il regista che tanto cercava. Anche l’argentino, sostituito dopo 45 minuti da Manuel Locatelli, a evidenziare ancora di più gli errori commessi”.

Poi la presa d’atto: “Dopo 13 partite, la Juventus ha ottenuto solamente 4 vittorie con 4 pareggi e 5 sconfitte, è fuori dalla lotta scudetto, con il rischio concreto di non arrivare tra le prime quattro e a un passo dall’eliminazione ai gironi in Champions League dopo 10 anni che non accadeva. In un altra situazione, si sarebbe potuto parlare delle assenze di Pogba, Chiesa, dei problemi continui per Di Maria o dei limiti della squadra”.

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