Grande lo scetticismo attorno all’ad Maurizio Arrivabene, arrivato alla Juventus pronto a tagliare stipendi e teste senza avere (per sua ammissione) una grande esperienza di calcio: “Non sono competente, ma per questo ci sono Nedved e Cherubini”, aveva affermato.
Ora, dopo poco più di un anno, sono in molti a doversi ricredere. A fargli guadagnare considerazione, l’inflessibile gestione del caso Dybala, che ha convinto il popolo bianconero.
“La prima vittoria della Juventus è su Dybala e su quelli che pensavano che liberarsene fosse un errore tecnico” scrive Gianni Visnadi su calciomercato.com, e aggiunge: “Sono passati quasi 4 mesi dacché l’ad Arrivabene disse ai rappresentati del giocatore che la Juventus ritirava anche l’ultima offerta di rinnovo contrattuale, che metteva cioè alla porta il giocatore forse più amato dai tifosi tra quelli in organico. Una scelta coraggiosa, apparentemente molto rischiosa“.
“Era il 22 di marzo e dopo 113 giorni, mentre la Juventus
sta prendendo forma da un giorno all’altro, ed è una forma assai promettente, Paulo Dybala è ancora senza squadra. Scaricato dalla Juventus prima e dall’Inter dopo, relegato a ultima scelta dal Milan, piace al Napoli ma una trattativa non è mai nemmeno stata abbozzata, e parliamo delle 4 squadre che giocheranno la prossima Champions. Oggi Dybala sembra un po’ più vicino alla Roma, destinata all’Europa League, una Coppa che la Joya non ha mai giocato. Per un contratto che sarebbe grosso modo la metà di quello che la Juventus gli offriva un anno fa“ ricorda il giornalista.“È giusto sottolineare come nemmeno 113 giorni senza un vincolo siano stati sufficienti a Dybala per trovare un estimatore, sintomo che la scelta di Arrivabene (e Allegri) non era per nulla azzardata, ma condivisa dall’intero mondo del calcio: nessuno è riuscito a sposare il costo certo dell’operazione con i presunti benefici tecnici“.
“Dybala oggi paga l’ingordigia di quando rifiutò quanto la Juventus gli offriva, ma soprattutto i suoi limiti di eterno inespresso, maledicendo il giorno in cui a Torino è sbarcato CR7. Ecco, forse è lì che comincia il tunnel da cui Paulo non è ancora uscito” conclude il giornalista.