Alberto Pairetto, dirigente della Juventus delegato ai rapporti con il tifosi, ha querelato il professor Carlo Taormina per diffamazione.
Al noto avvocato, deputato a difendere alcuni ultrà bianconeri, nell’inchiesta Last Banner scappò una battuta (al veleno): “Mi ha sorpreso la presenza di un Pairetto, figlio e fratello di cotanti personaggi arbitrali, dentro la Juve, non pensavo si fosse giunti a tanto. Io che ho sempre urlato per i vantaggi arbitrali, ho ritrovato un riscontro oggettivo di quelli che non finiscono mai”, le parole di Taormina.
Da lì è partita la querela che ha dato il via al processo iniziato ieri. A riferirlo è il Corriere della Sera: “«Utilizzare la mia persona come “riscontro oggettivo” di un sinallagma corruttivo fra mondo arbitrale e società, è oltremodo lesivo della mia reputazione, della mia integrità personale, professionale ed è un tentativo di screditare la mia attendibilità come testimone»”, le motivazioni del dirigente bianconero che lo hanno portato a querelare Taormina.
A difendere il dirigente, è l’avvocato Maria Turco: “Per chi legge o sente, Alberto Pairetto personaggio discutibile per ragioni famigliari, sarebbe capace di incidere sui risultati delle partite per la sua vicinanza di sangue con il fratello arbitro, così spiegandosi i favori arbitrali di cui la Juve sarebbe gratificata”
. Sarebbe stato questo l’effetto di quelle parole — sempre secondo l’esposto — anche perché «provenienti da una figura qualificata, quale quella del difensore». Che, al contrario, sostiene di non aver mai sottinteso alcunché”, si legge ancora.Ma c’è dell’altro secondo il Corriere della Sera: “Di prima mattina, Taormina aveva annunciato il suo arrivo al palazzo di giustizia con un tweet: «Può un gigante come la Juve essere vittima di estorsione?» E ancora, con il gusto per l’ironia che l’ha fatto diventare (anche) personaggio televisivo: «La Juve faccia la Signora e ritiri le denunce». Anche se, aveva ammesso, i bianconeri non gli sono mai stati simpatici: «Sono romanista, e nemico giurato della Juve»”.