Giorni di caos per la Serie A: giocatori positivi al covid, trasferte bloccate e partite che saltano. I numerosi positivi covid rilevati in alcune squadre di Serie A impegnate nelle prime sfide dopo il rientro dalla pausa natalizia, facevano presagire il rischio di rinvio, ma quanto è successo ha superato tutte le possibili ipotesi.
Nella 20ª giornata di campionato si giocheranno solo 6 partite su 10, con alcune ancora a forte rischio. 4 i match rimandati a causa del divieto delle ASL: Atalanta-Torino, Salernitana-Venezia, Bologna-Inter e Fiorentina-Udinese. A sorpresa, si giocherà invece (salvo clamorose decisioni dell’ultim’ora) la sfida Juventus-Napoli, che è stata fortemente in forse per diverse ore.
A parlare della situazione caotica venutasi a creare, il giornalista Stefano Agresti su CalcioMercato: “Il campionato è di nuovo in balia delle Asl, quasi due anni di esperienza non sono stati sufficienti a studiare una strategia, una legge, una regola per impedire questa pantomima. Ogni azienda sanitaria fa ciò che vuole“ ha sottolineato.
“In mezzo a tante Asl che vanno ciascuna per conto proprio, emerge quella di Napoli. Unica e imbattibile“ ha evidenziato il giornalista. “Il comunicato con cui ha affrontato il caso della squadra azzurra è un atto di illogicità allo stato puro. Contiene tutto e il suo contrario. Il Napoli può partire, ma deve provvedere “a valutare ogni altra misura preventiva/restrittiva utile ad impedire la diffusione del contagio”. È quindi il club a dover garantire che non si diffonda il contagio? E come? E a quale titolo e con quali competenze? Non solo: se non lo fa in modo ritenuto adeguato, ne risponde di fronte alla giustizia? Intanto la Asl scarica la responsabilità su altri
, togliendosi un peso”.“Ma non è nemmeno questo il passaggio più inquietante nel comunicato della Asl di Napoli“ continua Agresti, che aggiunge: “bensì quello che rimanda al punto 1 della circolare del Ministero della salute del 30 dicembre. Una disposizione secondo la quale – tra l’altro – ci sono alcuni soggetti che non devono osservare alcun periodo di quarantena anche se hanno avuto un contatto stretto con un positivo. Tra questi ci sono coloro i quali hanno ricevuto la dose booster, quindi molti dei giocatori del Napoli (con l’eccezione di Zielinski, Rrahmani e Lobotka, che infatti potrebbero non giocare). C’è però una condizione da rispettare: i soggetti in questione, quelli che non sono obbligati mettersi in isolamento, devono indossare i dispositivi di sicurezza Ffp2 per almeno 10 giorni“.
“Insomma: se si vuole rispettare questa circolare, come la legge impone, i calciatori azzurri possono sì scendere in campo contro la Juve, ma portando la mascherina. Vi sembra normale?” conclude.