L’ex centrocampista bianconero Massimo Mauro, nel corso di un’intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato del paragone tra Paulo Dybala e Michel Platini, nato a seguito dell’imitazione della ‘posa’ di Le Roi da parte dell’argentino, dopo il gol messo a segno in Champions contro lo Zenit.
Mauro ha ricordato il momento dell’esultanza del suo compagno di squadra Platini, in quell’8 dicembre 1985 a Tokyo nella corso della finale Intercontinentale: “Era un’azione nata da un calcio d’angolo che ho tirato io, c’è stato un rimpallo, la palla è tornata a lui che poi fece quel numero lì. È stato uno dei gol più belli della storia del calcio, rimasto ancora più nella memoria perché è stato annullato“ ingiustamente, per un inesistente fuorigioco di Brio. Platini non andò neanche a protestare, ma applaudì ironicamente l’arbitro per poi sdraiarsi in campo, con la testa appoggiata al palmo della mano. Quella finale, poi, la Juventus la vinse ai rigori con un rigore decisivo proprio di Platini. Mauro ha aggiunto: “Alcune volte il negativo delle storie le rende immortali. E poi quel modo di protestare, se così si può dire…”.
“Michel è fra i primi dieci della storia del calcio. Era quello che prendeva in mano le situazioni difficili, sempre. Era il leader
che migliorava la squadra. Era fortissimo quando rientrava a metà campo e poi lo trovavi sempre al posto giusto per segnare” ha ricordato Mauro.Dybala come Platini? “Paragonarlo a lui è impossibile“ ha risposto Mauro. “Diciamo che la posa da sdraiato è stata perfetta, è stato capace di imitarlo perfettamente. Non è sminuire Dybala, che è bravissimo, ma Platini ha dimostrato di essere il migliore in semifinale mondiale, in finale di Coppa Campioni. Ha vinto tre Palloni d’Oro, più volte è stato capocannoniere. Platini se la gioca con Maradona, Zico, Cruijff. Fra i dieci della Juve per me è il top“.
“Dybala fra qualche giorno compirà 28 anni: a quell’età Michel vinceva il primo dei tre Palloni d’Oro consecutivi” ha sottolineato l’ex centrocampista. “Paulo ha giocato in Juventus più forti di questa, ha vinto campionati ed è arrivato in finali di Champions, ma senza essere mai la vera prima stella della squadra. È il momento di diventarlo, perché tutti gli diamo credito: ha qualità tecniche superiori alla media, bisogna salire dei gradini. Per essere paragonato ai mostri sacri deve diventare il giocatore più importante nelle partite più importanti. Finora non ci è riuscito”.