Nel corso di un’intervista rilasciata a Fanpage, l’ex procuratore di Marco Verrati, Donato Di Campli, è tornato sui contrasti con il Paris Saint Germain, che lo ha poi portato a perdere la procura del centrocampista.
“Io sono una persona vera, a me non frega un ca**o degli emiri e di nessuno. Non ho paura di nulla. Non come altri che guadagnano sul mio lavoro“ riferimento neanche tanto velato a Mino Raiola, attuale procuratore di Verratti.
“Il PSG vuole comprare la storia, ma la storia si scrive e non si compra. Quello che stanno facendo a Parigi è un calcio usa e getta – ha commentato Di Campli. All’inizio ero contro la Superlega, ora dopo questo mercato fuori schema del PSG sono a favore, così loro stanno fuori e la Champions che portano a casa, SE la portano a casa, non vale nulla. Non hanno nemmeno vinto il campionato di Francia lo scorso anno, pensa un po’ come sono messi”.
Di Campli ha continuato parlando del suo rapporto con Verratti: “Io non potrei mai parlare male di Marco perché è una persona a cui voglio bene e che devo ringraziare per tutta la vita. Tutti quanti ora salgono sulla carrozzone, ma è troppo facile. Quando l’ho portato al PSG tutti dicevano: ‘È piccolo, cosa deve fare là?’. Ora tutti lo vogliono. Ma che ne sanno quelli che gli stanno attorno di Marco Verratti? Non sanno nemmeno cosa pensa nel suo intimo. L’ho sentito per messaggio un po’ di tempo fa ma non lo vedo dal 2017
. Penso sempre a lui, è stato più di un amico per me. È come un figlio”.“Sono stato sostituito da un procuratore (Mino Raiola, ndr) che non ha mai fatto nulla per lui. Ha solo guadagnato soldi sul mio lavoro– ha commentato Di Campli non nascondendo il suo fastidio. Gli ha fatto rinnovare il contratto con il PSG dopo che io avevo portato all’emiro un’offerta del Barcellona da cento milioni di euro nel 2017. Non mi pento di nulla. Tutti mi rimproverano che ho fatto quell’intervista contro l’emiro. Io non ho fatto altro che esaudire i desideri di Marco: sono partito con un Kalashnikov e sono finito con in mano una pistola ad acqua”.
“Marco voleva il Barcellona e io in quanto suo rappresentante ho tirato la corda, l’offerta era buona sia per lui che per il PSG“. Poi si è rotto qualcosa. “Lui è stato ricattato dal PSG e minacciato di essere messo fuori rosa se avesse continuato a chiedere la cessione. Questo perché la proprietà non ha bisogno di denaro, per loro cento milioni sono spiccioli, e gli hanno detto di accantonarmi. Poi sono venuti da me a dirmi che non volevano più comunicare con me, suggerendogli di cambiare agente“. La sua reazione? “Non me ne importa un ca**o, io non ho paura di nessuno. Tantomeno di Al–Khelaifi“ ha concluso.