Luciano Moggi esalta la nazionale italiana dopo la vittoria del campionato europeo.
“A Wembley l’Italia di Mancini ha vinto da squadra sapendo anche sopperire ad alcune lacune strutturali e lo ha fatto con il senso di appartenenza di un collettivo che aveva l’obbligo di stupire pur nel rispetto dei ruoli, alla stregua di un esercito intento ad assecondare le strategie del suo generale”, le parole dell’ex direttore generale della Juventus.
“E siccome, al di là della qualità dei singoli, il calcio resta un gioco di squadra in cui le componenti che formano il team devono condividere gli obiettivi comuni, riconoscere la leadership dell’allenatore, con il rispetto del ruolo assegnato a ciascun componente, quando questo accade una buona squadra può trasformarsi in squadra vincente: è la caratteristica che ha reso protagonista la nostra Nazionale”, ha spiegato Moggi.
E per questo “non possiamo che elogiare Mancini che ha saputo addentrarsi in un mondo sommerso dalle tante delusioni pregresse, per aver saputo fare insieme il selezionatore, l’allenatore, il preparatore e non ultimo lo psicologo di un gruppo giovane che aveva bisogno di essere stimolato da qualcuno in cui potesse credere: è successo tutto con il nostro ct, il vero fuoriclasse della compagnia.
Moggi spende ancora parole di elogio per Mancini e per la scuola allenatori italiana:
La dimostrazione? “ce l’ha fornita proprio la finale di Londra dove Mancini ha messo ko il collega inglese Gareth Southgate con la mossa a sorpresa di Cristante al posto di Barella e con l’inserimento di Berardi in avanti, aggiungendo forza fisica al centrocampo e imprevedibilità al gioco d’attacco, dove si aggiungeva Cristante come quarta punta senza dare riferimenti agli avversari”.
Moggi conclude con una constatazione: “Pur essendo stato inventato in Inghilterra, il mestiere dell’allenatore di calcio si basa (per nostra fortuna in questo caso) oltre che sulla conoscenza scientifica anche sulla capacità di saper entrare nella testa e nell’animo dei calciatori (c’è riuscito Mancini) e questa che è un’arte fa la differenza tra un grande allenatore e uno qualunque: motivo che ha permesso all’Italia di fregiarsi del titolo di Campione d’Europa”.