Dopo quattro mesi di silenzio, voluto e imposto a tutti i suoi tesserati Aurelio De Laurentiis interrompe il silenzio stampa e torna a parlare:
Si parte dalla mancata qualificazione del Napoli in Champions League:
“Prima di Napoli-Verona davamo per scontato che si andasse in Champions ma già avevo preparato un saluto e un ringraziamento per Gattuso molto enfatico, il suo addio non è legato alla mancata qualificazione”, precisa il presidente del Napoli.
“Però non potevo più mandare quel testo così elogiativo dopo il pari e lo abbiamo asciugato”, ha aggiunto poi ADL.
De Laurentiis approfondisce la questione Gattuso: “Ho sentito tante critiche per quel tweet. Ma scusate: a parte il fatto che ognuno misura la propria educazione con la propria esperienza, io sarei dovuto essere molto inquieto e arrabbiato, ma il fatto di smettere con Gattuso, risaliva già all’estate precedente”.
“Io avevo deciso di chiudere con Gattuso già l’anno prima, l’avevo preso per tamponare l’uscita di scena di Ancelotti. Poi con la pandemia e il caos, l’abbiamo confermato. Purtroppo abbiamo perso delle partite che non avremmo dovuto perdere e ne abbiamo vinte altre che potevamo avere dei problemi”.
E ancora: “Questa mancanza di continuità è stata la riconferma che io dovevo interrompere quel tipo di collaborazione anche se fossimo arrivati in Champions. La sua mission a Napoli era conclusa anche se avesse vinto il campionato. Mendes è un amico, ceniamo sempre assieme, abbiamo anche parlato di rinnovo ma non ci siamo più trovati”.
Su Spalletti: “Lo vedrò solo venerdì e parleremo di mercato. Nessuno però è incedibile se arrivano proposte appropriate. L’obiettivo? Far quadrare i conti e tornare in Champions. Mi scuso io con i tifosi per l’anno scorso, le scuse fatte da qualsiasi calciatore o capitano potrebbe sembrare una cosa voluta. Dialogo su chat con i miei tifosi, c’è chi mi ama e chi mi odia. Il tifoso non ha però interesse alla salvaguardia dei conti economici, vuol solo vincere e lo capisco”.
In conclusione, il patron partenopeo spiega le motivazioni del lungo silenzio stampa: “Non aveva senso interromperlo all’ultima giornata, avreste massacrato Gattuso. Se avessimo vinto avrei ringraziato Gattuso e voi avreste fatto tutte le domande del caso”.
“Il silenzio stampa è stato secondo me una panacea, perché i signori dei media hanno intervistatori ex calciatori e allenatori. Che nei confronti di un allenatore che è stato calciatore, c’è un ping pong che può far cadere in qualche trappolone anche l’allenatore involontariamente”.
“Perché l’ex calciatore intervistatore ha tutto l’interesse di fare lo scouppettaro. Prende il gettone di presenza per cercare di dare un qualcosa di friccicante. Per evitare tutto ciò, in un momento particolare, e rovinare il rapporto società-allenatore, uno mette il silenzio stampa. L’ho fatto dopo aver sentito cose inappropriate”, ha concluso ADL.