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Superlega, avv. Paco D’Onofrio: “UEFA corre un rischio gigantesco se esclude Juve, Barça e Real”

Paco D’Onofrio, avvocato esperto di diritto sportivo e professore di diritto dello sport presso l’Università di Bologna , ha detto la sua sul tema Superlega dopo che Juventus, Barcellona e Real Madrid hanno citato la Uefa difronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea:

Il rinvio pregiudiziale è un meccanismo attraverso il quale si richiede l’intervento della Corte di Giustizia UE. C’è un primo vaglio di ammissibilità che è stato superato: la corte ha ritenuto la questione di sua competenza e questo va in un certo modo a suffragio di chi questa iniziativa l’ha adottata”.

Non è un’anticipazione sull’esito, certo, ma è un primo elemento che depone verso il fatto che la materia esondi dai limiti sportivi e possa essere giudicata in base alle norme che disciplinano il mercato”, ha spiegato l’avvocato.

Spiccano le arole dell’avvocato in merito al precedente della cosiddetta “legge Bosman”.

“Tutto nasce da lì, il principio è lo stesso: all’epoca si diceva che i contratti sopravvivessero anche oltre la loro durata, perché lo sport aveva deciso che fosse così”.

E ancora: “Dato che però si parlava di diritto al lavoro, pur proveniente dal diritto sportivo, la Corte statuì che non ci si poteva sottrarre al diritto generale, valido per qualsiasi lavoratore”.

C’è una forte analogia tra le due situazioni, anche in quel caso l’ordinamento sportivo non si voleva arrendere a un’applicazione naturale del diritto, pretendendo di poter rivendicare una sorta di primato”.

L’avvocato pare non avere dubbi e ricorda cheLa Corte di Giustizia fu lapidaria e qui mi sembra di vedere lo stesso presupposto: un’organizzazione, in questo caso la UEFA, che pretende di imporre un modello senza che sia possibile neanche proporre un’alternativa”.

Non si tratta di società che hanno rinunciato o declinato la loro disponibilità a far parte dei tornei nazionali o europei precedenti; hanno semplicemente sottoscritto un accordo e ideato un modello alternativo. Allo stato attuale, non hanno causato alcun danno concreto: se ora la UEFA condannasse tre società, condannerebbe tre società che hanno solo osato immaginare un modello alternativo, ma che non l’hanno posto in essere”.

La UEFA, deve stare attenta, perchè secondo l’avvocato “non è che un’organizzazione privata può irrogare sanzioni senza che ci sia un valido presupposto. Un’eventuale esclusione comporterebbe un danno economico immediato a carico di queste società”.

Anche in una dimensione privata, e del resto il sistema dei contratti federali pre-Bosman era privato, valgono le regole generali. Anche in quel caso veniva eccepita la dimensione privata, ma questo non può bastare a consentire che siano vulnerati diritti che hanno una chiara natura universale”.

E ancora: “In questo momento, se la UEFA irrogasse delle sanzioni lo farebbe solo perché alcune squadre hanno osato ipotizzare un modello alternativo, senza realizzarlo perché non c’è un programma concreto. Si rischia un processo alle intenzioni, e questo mi lascerebbe qualche dubbio sulla legittimità della condotta punitiva. Se ci sarà una sanzione, bisognerà vedere quale sarà: se di natura economica, è reversibile. L’esclusione da una o più edizioni di una competizioni no: se successivamente la corte la giudicasse illegittima, non si potrebbe certo riportare indietro le lancette dell’orologio”.

L’avvocato vede quindi più logica un’eventuale multa da parte della UEFA: Con l’esclusione dei tre club ancora interessati, la UEFA si esporrebbe a un rischio gigantesco e a un potenziale carico di responsabilità risarcitoria gravissimo”.

I tempi della Corte di Giustizia UE quali possono essere?
Dubito possano essere brevi, comunque penso saranno inconciliabili con l’inizio della prossima stagione agonistica. La UEFA dovrà decidere al buio, senza il conforto o il parametro della decisione della Corte, se e come sanzionare. Dubito che la corte possa pronunciarsi prima di agosto”.

L’avvocato in definitiva si chiede: la UEFA li vorrebbe condannare solo perché hanno osato pensare a un altro modello? Che noi non conosciamo a fondo, se non per quello che ci hanno raccontato alcuni dei protagonisti. Ma non sappiamo per esempio come sarebbero state reclutate le squadre a invito e soprattutto non c’è scritto che sarebbe stato un modello alternativo alla Champions. La UEFA ragiona in termini di esclusività: è un ragionamento tollerabile a livello europeo? Penso alla modifica delle NOIF delle FIGC: varrà per il futuro, è già un approccio diverso e più logico. Inoltre, se una federazione cambia una norma, è perché in passato quella norma non c’era: mi sembra più prudente l’atteggiamento della federazione italiana”.

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