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Superlega, l’appello di Xavier Jacobelli alla Juventus: “Fai come il Chelsea”

È accaduto soltanto quaranta giorni fa, ma è già storia del calcio. Ricordate? È la sera del 20 aprile scorso, a Stamford Bridge, una folla di tifosi del Chelsea grida «il calcio appartiene a noi non a voi», blocca il bus dei Blues impedendone l’accesso allo stadio”, ricorda nel proprio editoriale Jacobelli.

Soltanto l’intervento di Petr Cech, per undici anni portiere del Chelsea e ora suo dirigente, riesce a convincere i fan a togliere l’assedio. Di lì a poco, il club di Abramovich fa ufficialmente retromarcia, esce dalla neonata e già moribonda Superlega al pari degli altri cinque club inglesi cofondatori e coaffossatori”, scrive ancora il giornalista per le colonne di Tuttosport.

Poi la svolta: “Otto settimane più tardi, a Oporto, il Chelsea conquista la seconda Champions League della sua storia, fra il tripudio dei suoi fan, tre dei quali, da luglio, parteciperanno alle riunioni della dirigenza londinese […]”

Non è mai troppo tardi per la Juve perché arrivi il momento in cui molli il Real Madrid e il Barcellona al loro destino e si sganci dal carro che andrà a sbattere contro la stangata Uefa”.

Jacobelli prende spunto dalle parole di Evelina Christillin, signora del calcio italiano molto stimata nel Palazzo del calcio mondiale secondo la quale la situazione è tutta in divenire.

“Se è tutta in divenire, tutto può succedere ed è meglio che la Juve si sbrighi a fare la pace con l’Uefa”.

In definitiva: “Il Chelsea è uscito dalla Superlega e ha vinto la Champions; la Juve rimane dentro la Superlega, ma vuole giocare nella prossima Champions che le frutterà almeno fra i 70 e gli 80 milioni, però rischia di esserne esclusa dall’Uefa. Non si può tenere il piede in due scarpe. La caduta può fare molto male”.

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