Nel corso di un’intervista al quotidiano Libero, Sandro Mazzola ha anche ricordato diversi episodi della sua esperienza all’Inter:
“Fu Benito Lorenzi a portarmi all’Inter. Era convinto che mio padre gli avesse fatto vincere due scudetti. Lorenzi era spesso convocato in Nazionale, ma non giocava mai. Allora papà parlò con il ct, che lo fece entrare in una partita. Gli era molto devoto, e per riconoscenza prese Ferruccio e me sotto la sua protezione. Pensava: se sono buono con i suoi figli, Valentino da lassù mi farà vincere.
Una volta siamo andati con lui anche da Padre Pio. Avevo dodici anni, partimmo con la 500 di Lorenzi, che era notoriamente spilorcio, da Torino. Lungo la strada avevamo paura perché Veleno insultava
gli altri automobilisti, a volte si fermava per litigare.Padre Pio era dolce e gentile. Io mi emozionai, perché ero cresciuto con i racconti delle mie nonne sui suoi miracoli. Mi disse che tifava Toro e stimava molto il mio papà“.
Mazzola ha poi concluso con un ricordo poco piacevole:
“Ce n’era uno a San Siro, però non le confesserò mai come si chiama. Gli dissi che non c’erano soldi in palio all’Inter. Picchiava pure duro alle caviglie. Il peggior peccato che possa commettere un calciatore è vendere una partita. Una volta uno dell’Inter aveva fatto apposta un autogol. Quando siamo scesi negli spogliatoi lo abbiamo quasi ammazzato di botte. Purtroppo allora accadeva più spesso, perché c’era molta povertà“.