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Caso Hakimi, Inter medita di fare causa alla UEFA

Torna il sereno in casa Inter, dopo l’esito negativo al tampone dell’esterno nerazzurro Achraf Hakimi.

Hakimi era risultato positivo al tampone effettuato lo scorso giovedì dalla UEFA, che non ha quindi permesso ad Antonio Conte di schierare il calciatore in campo nella sfida di Champions League contro il Borussia M’Gladbach, partita terminata in pareggio 2-2.

Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, i nerazzurri ora sarebbero furiosi con l’UEFA e potrebbe meditare di dare battaglia:

Giovedì mattina, prima del match contro il Borussia M’Gladbach in Champions poi pareggiato 2-2, l’ex Real e Dortmund era stato trovato positivo dai tamponi pre partita. Costretto a saltare la sfida, Hakimi ha svolto un altro tampone venerdì 23, il cui esito è stato negativo. Oggi l’ultimo, ancora negativo

L’esempio di El Shaarawy, falso positivo con la Nazionale in Polonia, è un manifesto di questa situazione: dopo una brutta notizia di mattina, Stephan aveva conosciuto la sua “negatività” già in serata, mentre Hakimi

ha aspettato il giorno successivo.

Da parte sua, la Synlab – il laboratorio autorizzato dalla Uefa per fare i tamponi – rivendica la correttezza del proprio operato e il rispetto dei protocolli in tutte le fasi dell’operazione. Il tampone di Hakimi, comunque, resta un giallo tra verdetti al limite e ritardi di comunicazione.

Dov’è la verità? Contro il Borussia M’Gladbach l’esterno sarebbe servito come il pane allo scacchiere di Conte, e il secondo tampone negativo ha fatto infuriare parecchio i nerazzurri. Il club, infatti, adesso valuterà come tutelare i propri interessi a ogni livello. Non è escluso nulla, neanche una causa vera e propria“.

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