18 luglio 2011, è questa la data che segna la vera vergogna del calcio italiano: La prescrizione che salva l’Inter da Calciopoli.
Quel giorno infatti l’allora procuratore federale Stefano Palazzi, sancì che la società nerazzurra e l’allora presidente Giacinto Facchetti furono colpevoli di illecito sportivo relativamente all’inchiesta su “Calciopoli bis”, quella dei fatti del 2006, emersi dalle intercettazioni telefoniche fra Facchetti e Bergamo portate alla luce durante il processo penale di Napoli.
Il comportamento della squadra nerazzurra condotto pre-2006, fu infatti finalizzato ad assicurarsi illecitamente un vantaggio sportivo.
E’ quanto risultò dalle motivazioni della sentenza che portò all’assoluzione, per prescrizione, di tutti gli imputati.
Con la prescrizione dunque l’Inter non venne condannata così come venne confermata anche l’assegnazione dello scudetto 2005-2006
alla società dell’allora presidente Moratti.Palazzi spiegò anche, relativamente all’esposto della Juventus che chiese la revoca dello scudetto 2006 assegnato all’Inter, che non si pote più intervenire per via disciplinare a causa appunto della prescrizione.
Su quei fatti si è espresso non molto tempo fa anche l’ex presidente della Juventus Cobolli Gigli che ha dichiarato di avere ancora l’amaro in bocca per come si è evoluta la sentenza: “L’Inter finì inquisita e fu rilevato l’illecito sportivo. Mi ha lasciato l’amaro in bocca perché quando andammo al processo i faldoni dell’Inter erano spariti”.
Secondo l’ex presidente bianconero la procura dovrebbe dunque indagare sul motivo per cui i documenti che provavano l’illecito sportivo dell’Inter siano spariti.