Pierpaolo Marino è stato raggiunto dal quotidiano Il Mattino.
Ecco il pensiero del manager sulla situazione del calcio italiano a seguito dell’emergenza coronavirus:
Marino, crede che si possa finire questo campionato?
“La Cina è stata travolta da questa sciagura due mesi prima di noi e ancora non ne è uscita, nonostante misure restrittive persino più severe. Come si può pensare che a maggio si possano rivedere i calciatori in campo?”.
Però i presidenti della serie A lo ipotizzano.
“Io sono un manager e lavoro sugli scenari. Io sono preoccupato per il prossimo campionato, io a questo neppure ci penso più”.
Se finisse così, i presidenti litigherebbero anche per chi dovrebbe andare lo scudetto?
“Io non credo che ci sia chi possa gioire e orgoglioso di mettere in bacheca un titolo in una stagione così disgraziata, dove non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, dove a dominare sono le notizie atroci di un Paese in ginocchio. Poi se c’è chi ne ha voglia, lo faccia pure”.
Teme per una recessione del calcio?
“Io temo per l’economia di tutto il mondo, credo che siamo davanti a una situazione che non si può prevedere. E se crollano le banche? Il sistema calcio è sano e in una maniera o in un’altra ne uscirà lentamente fuori. Ma mi preoccupano altri fallimenti: quelli delle tante aziende che devono chiudere e che non si sa come apriranno”.
A maggio non si può ripartire, dunque.
“Bisogna adesso prendere delle decisioni per evitare di compromettere la prossima stagione. Io faccio uno scenario a tre mesi, nel breve termine: e non vedo possibilità che il sipario possa rialzarsi su questo campionato”.
Se pensa che Lazio e Napoli avevano in programma gli allenamenti in questi giorni.
“Magari c’è chi pensa di autoesaltarsi facendo tornare in campo le proprie squadre, ma è un modo per non rendersi conto della realtà”.
Il mondo del pallone, talvolta, dà l’impressione di vivere su un altro pianeta.
“Il governo del calcio ha avuto un po’ di esitazioni tra porte chiuse e porte aperte, per giocare mezza giornata di A un giorno e l’altra metà il giorno dopo. Bisognava sospendere tutto una settimana prima, senza giri di parole o trattative. Invece ogni volta si pensa che come se ci fosse la bacchetta magica il giorno dopo possa essere diverso da quello precedente. Invece, è solo peggio”.