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Gravina sull’attacco di Zhang: “Un linguaggio che non condivido. Le proprie ragioni si fanno valere in una dialettica istituzionale corretta”

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, nel corso di un’intervista a il Corriere della Sera, ha anche commentato il difficile momento per il calcio italiano, a causa dell’emergenza coronavirus.

In attesa di conoscere le decisioni del Governo, dopo la proposta formulata dal Comitato Tecnico Scientifico di evitare per un mese le manifestazioni di qualunque genere, comprese quindi quelle sportive, è molta l’incertezza sullo svolgimento delle gare di Serie A in calendario.

Le parole di Gravina:

“Non abbiamo ricevuto ancora nessuna indicazione, ma ci adegueremo nel rispetto dell’interesse generale. 

Parliamo di uno sport che alimenta passioni e interessi fuori dal normale e che qualche volta finisce vittima di se stesso, ma rappresenta una componente essenziale del Paese sia a livello sociale sia economico.

Solo stando tutti insieme si risolvono i problemi e si cresce. È proprio con questo spirito che in estate avevamo chiesto di anticipare l’inizio della Serie A di una o due settimane.

Se la Lega Serie A ci avesse dato retta non ci saremmo trovati in questa situazione”.

Gravina ha poi espresso un commento sul rinvio della semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan, che si sarebbe dovuta disputare stasera:

“È un’emergenza che si somma all’emergenza. Valuteremo attentamente già oggi con il ministro Spadafora per capire come fare”.

Il presidente FIGC ha poi commentato la sfida Juventus-Inter, che a causa dei rinvii è divenuto un caso molto dibattuto:

“Le porte chiuse mortificano valori come la condivisione e la gioia dell’evento sportivo.

Ma il calcio non può più fermarsi. Dobbiamo andare avanti, rispettando le ordinanze”.

Gravina ha poi commentato severamente il duro attacco del presidente dell’Inter, Steven Zhang, contro il presidente di Lega Serie A, Paolo Dal Pino, che aveva deciso di rinviare la sfida Juventus-Inter al 9 marzo:

“Quello del presidente dell’Inter è un linguaggio che non mi appartiene, né lo condivido. Ognuno è responsabile di ciò che dice.

Le proprie ragioni si fanno valere in una dialettica istituzionale corretta. Peraltro l’Inter sia in Lega Serie A che in Federazione è rappresentata da ottimi dirigenti”.

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