Giancarlo Padovan in un lungo editoriale per le colonne di Calciomercato.com, dice la sua sulle critiche esagerate e fuorvianti di molti tifosi e critici a proposito contro Maurizio Sarri dopo la sconfitta della Juventus nella finale di Supercoppa.
Ecco il suo pensiero:
“Come avevo scritto alla vigilia, la Lazio era favorita per alcuni dati oggettivi, e poi perché la Juve non ha ancora trovato quell’identità che vogliono sia il tecnico che la società“, scrive Padovan.
“La Supercoppa, per quanto rispettabile, è il trofeo meno prestigiosodella stagione e, per dire tutta la verità, sarebbe una competizione da annettere all’anno precedente, visto che di fatto lo chiude”, spiega il giornalista.
“Altrove, come anche da noi in passato, la finale si giocava in piena estate e prima dell’inizio di Coppa Italia e campionato. Perderla non è mai bello, ma qualche volta porta bene”.
“L’Inter di Mourinho, per esempio, fu sconfitta proprio dalla Lazio, allenatore Ballardini, nella stagione che poi portò al triplete”.
“Massimiliano Allegri che alla guida della Juve, di Supercoppe ne ha perse (tre) più di quante ne abbia vinte (due), nel 2017 fu battuto proprio dalla Lazio, ma vinse lo scudetto, la Coppa Italia e arrivò in finale di Champions League a Cardiff”, ricorda Padovan.
“E’ a traguardi come questi – Champions, campionato ed eventualmente Coppa Italia – che la Juve deve sempre guardare”.
“E in particolare, se proprio vogliamo essere sinceri, solo ad uno di essi. E cioè la Champions”.
“Sarri è stato preso per quella. Perché, rispetto ad Allegri, gioca un calcio più europeo e, soprattutto, anche se nessuno se lo ricorda, perché nella stagione scorsa ha conquistato l’Europa League con il Chelsea”.
“Se a questo aggiungiamo una qualità di gioco che l’allenatore esibì con il Napoli capiamo il perché della scelta della dirigenza della Juve”.
“Perciò, se da una parte è legittimo criticare Sarri per il gioco che non si vede e per le finali che perde (l’ho fatto anch’io e credo di essere stato nel giusto), dall’altra vanno selezionati i veri obiettivi”.
“La Juve è in testa alla classifica del campionato (ed è prima perché ha vinto lo scontro diretto con l’Inter), si è qualificata da prima e vincendo tutte le partite del gruppo, tranne il pareggio all’esordio in trasferta con l’Atletico di Madrid, in Champions League, competizione nella quale affronterà l’abbordabilissimo Lione negli ottavi di finale”.
“Di più: da quando Andrea Agnelli è a capo della società non era mai accaduto, quindi nemmeno con Allegri, che la Juve si qualificasse con ben due turni d’anticipo. Insomma nelle competizioni che pesano Sarri non solo c’è, ma sta davanti a tutti. Se, come lui pensa, il gioco è migliorabile (e lo è indubbiamente) si capisce dove possa arrivare la Juve”, scrive ancora Padovan.
“Il limite di Sarri non è nel fatto che lui si ponga la perfezione come obiettivo, ma piuttosto che le sue squadre o giocano molto bene oppure non vincono proprio”.
“La Juve ha perso due volte con la Lazio (la prima quando è rimasta in dieci), ma poteva accadere anche a Firenze con la Fiorentina (dove ha pareggiato a stento)”.
“Con il Genoa ha vinto all’ultimo minuto e su rigore cercato da Ronaldo e a Lecce è stata raggiunta dopo un comodo vantaggio. Insomma, guardando con obiettività ad una serie di pallide prestazioni, finora è andata benissimo per il semplice motivo che sarebbe potuta andare molto peggio”.
“Infine una domanda provocatoria con risposta incorporata. Quanti perdonerebbero a Sarri la sconfitta in Supercoppa, un’eliminazione in Coppa Italia e perfino il secondo o terzo posto in campionato se riuscesse a portare a casa la Champions?
“Io credo tutti e non penso di non sbagliarmi per nulla”, conclude il giornalista.