Xavier Jacobelli, nel suo consueto editoriale per Tuttosport, esamina a freddo la sconfitta della Juventus in Supercoppa:
“Delle due sconfitte incassate dalla Juve contro la Lazio negli ultimi quindici giorni, sicuramente l’araba fa più male”, scrive Jacobelli.
“Caduti all’Olimpico il 7 dicembre, dopo avere vinto a Leverkusen in Champions League quattro giorni più tardi, i bianconeri hanno subito rialzato la testa in campionato, battendo Udinese e Samp nell’arco di 72 ore e riguadagnando la testa in condominio con l’Inter. Proprio per questo, la caduta di Riad è particolarmente dolorosa”.
“E’ vero, come ha sottolineato Sarri dopo le tre legnate saudite: il peggio è arrivato quando in campo non c’era più Higuain accanto a Ronaldo e a Dybala”, scrive ancora il Direttore.
“Tuttavia, è altrettanto vero che ad infilzare la Juve sia stato il micidiale tridente di Simone, formato da Immobile, Correa e Milinkovic Savic, la cui catapulta è stata il centrocampo che, trascinato da un gigantesco Lulic, ha dominato in lungo e in largo il reparto rivale”.
“Luis Alberto e Lucas Leiva sono stati decisivi, così come hanno fatto la loro parte Parolo e Cataldi, magistrale marcatore su punizione del tris finale”.
E ancora: “Inzaghi a Riad si è ripresentato ai bianconeri dopo avere inanellato 8 vittorie consecutive in campionato, legittimandosi quale terzo incomodo nella corsa scudetto”, ha scritto Xavier Jacobelli.
“La Juve di Sarri sta cambiando pelle rispetto alla Juve di Allegri e un tonfo, anche clamoroso, ci può stare nel processo di metamorfosi tattica che la squadra sta vivendo”.
“Ma est modus in rebus: le due severe lezioni impartite dalla Lazio devono essere mandate a memoria da una squadra che ancora Super non è”, scrive il giornalista.
“E non può permettersi di svilire il Marziano e la Joya, ieri costretti a vagolare nel deserto arabo”, conclude il direttore di Tuttosport.
Fonte: Tuttosport.com