Luca Marelli, l’ex arbitro di Serie A non ha dubbi: “Una gran partita di Calvarese” che ha diretto la gara Inter – Roma terminata 0-0.
“Preciso nelle interpretazioni, anche le più complesse”, sostiene Marelli a proposito di Calvarese.
L’ex arbitro analizza come di consueto sul suo blog gli episodi più controversi della partita di San Siro. Eccone alcuni:
“Al 37esimo minuto proteste dell’Inter per un presunto fallo da rigore di Spinazzola su Biraghi, liberatosi dell’avversario sul lato sinistro dell’area di rigore”:
Le immagini dimostrano quanto la prospettiva può ingannare:
“Il contatto avviene nettamente fuori area (a spanne direi circa mezzo metro) e, per chi conosce la mia linea interpretativa, questi contattini non dovrebbero mai essere puniti: troppo poco quella mano appoggiata ad altezza gomito per poter provocare una caduta”.
“Oltre a ciò Biraghi, toccato fuori area, cade dopo un paio di passi, per essere certo di trovarsi in area di rigore. Molto bene Calvarese a lasciar correre”, sentenzia l’ex arbitro.
“Al minuto 67 è ancora Lautaro Martinez protagonista di un episodio che sta facendo molto discutere ma sul quale, in realtà, i dubbi sono pressoché inesistenti”.
“Lautaro supera Mancini sul limite, entra in area e prova a tirare in porta, trovando l’opposizione di Spinazzola”,spiega Marelli:
“Calvarese, in questo caso, non poteva decidere nulla: al momento del tocco di braccio era completamente coperto da Lautaro stesso e, pertanto, ha dovuto affidarsi al VAR”. Quindi, “la protesta non ha fondamento”
I parametri che vanno considerati a detta dell’ex arbitro sono tre:
– distanza tra i calciatori;
– dinamica generale dell’azione;
– atteggiamento del difendente (sebbene questo sia un elemento residuale).
“In primo luogo tra Lautaro e Spinazzola ci saranno una quarantina di centimetri circa. Se il pallone fosse finito direttamente sul braccio di Spinazzola, non staremmo nemmeno discutendo su un possibile calcio di rigore”, spiega chiaramente Marelli.
“Il pallone, in realtà, rimbalza sul piede destro del difensore e poi schizza verso l’alto, colpendo il calciatore più o meno ad altezza gomito.
Nel momento in cui il pallone carambola sul braccio, Spinazzola sta guardando da tutt’altra parte, ciò che esclude categoricamente l’ipotesi della volontarietà”.
“Il braccio non si trova oltre l’altezza delle spalle: ad essere oltre le spalle è solo la mano ma non ha alcuna valenza per l’applicazione del concetto generale introdotto quest’anno (e che, sono pronto a scommetterci, verrà cancellato nella prossima stagione perché ha creato una confusione pazzesca, soprattutto in sede interpretativa)”.
“Oltre a ciò il pallone è totalmente inatteso ed il movimento delle braccia è sicuramente conferente con la dinamica del gesto atletico (allungo con la gamba per contendere il pallone)”, spiega sempre l’ex arbitro.
Dunque, “non c’è nemmeno un singolo elemento che possa portare a giudicare l’episodio come punibile, non a caso il check del VAR è durato pochissimo, comunicando a Calvarese il via libera già nel corso dell’azione”, fa notare Marelli.
Fonte: Blog Luca Marelli