Prosegue la controversia tra l’ex dirigente della Juventus Luciano Moggi e il giornalista sportivo Maurizio Pistocchi.
La diatriba tra i due è finita in tribunale, e in attesa dell’udienza conclusiva fissata per il prossimo 23 gennaio, Pistocchi è tornato in aula ieri per rispondere della presunta diffamazione aggravata nei confronti di Luciano Moggi.
Due le frasi sulle quali si è concentrata la Pubblica Accusa:
“Il calcio oggi purtroppo è in mano a gente come Genny la Carogna, De Santis e Luciano Moggi, che tanti danni ha fatto alla Juventus“, pronunciata a Sport Mediaset l’8 maggio del 2014, e:
“Radiato, condannato in tutti i processi è strano che ancora lo ospitino. È come se Vallanzasca parlasse di giustizia“, pronunciata nel corso di un’intervista rilasciata ad una testata giornalistica sportiva il 10 ottobre del 2014.
Pistocchi, nel corso della sua deposizione in aula, davanti al giudice ha fornito la propria versione dei fatti:
“Il momento storico è il 2014, quando viene emessa sentenza di condanna in appello per Calciopoli.
Nello stesso periodo si verificarono i gravissimi fatti di Coppa Italia con la morte di un tifoso del Napoli.
Mi fu chiesta un’opinione su quello che era successo. Se un giornalista fa il suo mestiere deve anche fare arrabbiare qualcuno, altrimenti fa pubbliche relazioni.
In quella settimana un signore che stava comprando il Livorno Calcio disse che per le questioni calcistiche si sarebbe rivolto a Luciano Moggi. Cosa sorprendente per una persona radiata dal calcio.
La mia era una critica al sistema calcio. Amo il calcio e quello non è che un parallelismo che chi fa il mio lavoro, in una situazione del genere, porta avanti. Ho fatto un parallelismo con queste persone che di certo non amano il calcio
.Mi era stata fatta la domanda rispetto al fatto che in quei giorni era uscita l’autobiografia di Luciano Moggi. Con pacatezza ho detto che bisognava prendere atto che la giustizia aveva già emesso sentenza di condanna. E che molti fatti raccontati da quella autobiografia in realtà erano smentiti dalle sentenze“.
Quanto agli accostamenti tra Moggi e Vallanzasca, De Santis e Jenny la Carogna, Pistocchi ha risposto:
“Anche in questo ambito sarebbe strano per voi se un giudice corrotto finisse in TV a parlare di giustizia. Mi stupisce che una persona radiata dal mondo del calcio continui a parlare di calcio.
Perché questo parallelismo? La condanna in Appello di Moggi era arrivata per un reato gravissimo, non certo un reato da niente: associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”.
Il legale di Luciano Moggi ha poi incalzato Pistocchi:
“Noi riteniamo sia grave quando lei afferma che il sistema calcio è in mano a questi soggetti: perché cita Moggi?”.
Pistocchi ha proseguito con la sua accusa:
“Finora sono stati bocciati tutti i 35 ricorsi. La partecipazione di Moggi alla gestione del calcio, in qualunque modo avvenga, non è etico.
Il fatto che gli chiedano consulenza da esterno è comprensibile, viste tutte le sue conoscenze, ma mi sorprende.
Non ho niente personalmente contro Moggi, anzi in certi momenti ho avuto anche simpatia. Ma non ho mai avuto rapporti con lui, tanto che il mio nome non compare mai in nessuna intercettazione dell’inchiesta”.