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Vocalelli: “Oggi comincia una storia incredibile. Conte non parla dell’Inter, ma della sua sfida personale alla Juve”

Stamane sulle colonne di Tuttosport, Alessandro Vocalelli, firma della testata giornalistica sportiva ha pubblicato un suo editoriale

“Tra un mese esatto, il 24 agosto, comincerà il campionato”, esordisce Vocalelli.

“Ma un altro campionato, lungo un anno, comincerà in pratica oggi in Cina, con il primo faccia a faccia tra la Juve e l’Inter, tra Sarri e Conte, tra Marotta e Paratici, tra la regina indiscussa e indiscutibile degli ultimi otto anni e la sua rivale storica, che si è affidata proprio a una parte importantissima di questa sua storia di successi per provare a costruire il futuro”.

“C’erano Conte e Marotta quando la Juve ha cominciato a spiccare il volo, ci sono Conte e Marotta adesso a guidare i progetti di avvicinamento dell’Inter”.

“In uno strano gioco del destino che va a incrociarsi con quello di Maurizio Sarri, fino a un anno fa il primo rivale bianconero – l’unico capace di ingaggiare un testa a testa – e adesso l’alfiere di una conversione filosofica: vincere non è più l’unica cosa che conta – anche perché vincere in Italia è diventata una bellissima abitudine – ma bisogna anche vincere provando a offrire spettacolo”.

“Di Sarri però si sa tutto. Si conosce il suo calcio, si conoscono i sorrisi, gli ammiccamenti, il suo stile, la capacità di aggregare in un modello di calcio i suoi giocatori, il suo percorso di vita e professionale”.

“La Juve lo ha scelto – riflettendoci sopra – perché nella vita e nel calcio contano sempre le motivazioni e, come già successo tre volte, squadra che vince, al contrario del vecchio slogan, va profondamente cambiata”.

“Nei profili, negli uomini, nelle sue aspirazioni, nella curiosità di mettersi continuamente alla prova”.

Da Tevez a Higuain, da Dybala a Ronaldo; da Allegri a Maurizio Sarri: ogni momento va colto e affrontato di petto”.

“Perché solo mettendosi continuamente alla prova, si riesce ad alzare sempre più l’asticella, a spostare un confine più avanti. L’orizzonte, in fondo, esiste per questo”.

“Per immaginare cosa può esserci dove l’occhio e la mente non riescono ad arrivare”.

“E non date retta a chi suggerisce, ipotizza, difficoltà con i big, con Ronaldo magari”.

Il calcio non è fatto soltanto per i grandi allenatori, ma anche per le persone intelligenti. E Sarri è l’uno e l’altro”.

Conte che sfida la Juve è invece un progetto più complicato e nello stesso tempo che bada al concreto, per questo con una sua suggestione di fondo”.

Conte che sfida la Juve è il tentativo di esorcizzare le proprie ansie, i sospiri, di colmare una distanza apparentemente incolmabile, di non credere ai sogni, immergendosi in una realtà sconosciuta”.

“Alla Juve non basta più solo vincere, per l’Inter invece è l’unica cosa che conta”.

“Si spiegano anche così le parole in conferenza, gli inviti a costruire in fretta una squadra più forte, a perfezionare alcuni acquisti imprescindibili, a forzare la mano alla società, con in testa un solo pensiero: la Juve”.

“Conte quando parla di Lukaku o di Dzeko in fondo non parla dell’Inter, ma della Juve, della sua sfida alla Juve”.

“Sì, della “sua” sfida alla Juve. Perché oggi ricomincia quel lungo viaggio che Conte decise in un secondo, in un impeto, di interrompere cinque anni fa”.

“Allora disse che per competere a certi livelli, per sedersi ad un ristorante da cento euro non ne bastavano dieci; adesso lo stesso Conte – alla vigilia di questa partita contro la Juve – fa sapere pubblicamente che si aspetta altro dall’Inter”.

“Perché l’obiettivo, il progetto, la ricerca è una sola: provare a far sapere alla Juve che deve preoccuparsi di lui. Sarà curioso scoprirne la mimica, a cominciare da oggi: tutti lì, all’ora di pranzo, per vedere in tv la prima volta di Conte allenatore dell’Inter che sfida la Juve. Il calcio, se ci pensate, sa scrivere storie incredibili”.

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