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L’attacco di Chirico a Oriali: “Conflitto di interessi Inter-Nazionale. Fosse successo alla Juve…”

Il giornalista e grande tifoso bianconero, Marcello Chirico, ha commentato il ritorno all’Inter, di Gabriele Oriali, al fianco di Antonio Conte.

Le sue parole:

“Il doppio ruolo squadra di club–Federazione? Si, capitò pure a quelli di Torino, ma una volta sola in tutta la loro storia ultracentenaria: dal 1959 al 1961, con Umberto Agnelli, contemporaneamente presidente della Juve e federale, e finì a pesci in faccia.

Con Angelo Moratti, storico presidente interista, in prima fila a far cagnara.

Se però succede in casa Inter, fioccano i complimenti, le congratulazioni, gli auguri di buon lavoro.

E nessuno si azzardi, nemmeno per scherzo, a fomentare polemiche.

Davvero uno strano Paese, il nostro Lele Oriali aveva già affiancato Antonio Conte in Nazionale, ed ora tornerà a risedergli vicino in panchina pure all’Inter, col ruolo di First Team Technical Manager (4 parole per dire poi, semplicemente, ‘assistente tecnico‘), mantenendo però, fino al 2020, anche il ruolo di Team Manager con l’Italia.

Una deroga concessagli dal presidente federale Gravina, per accontentare sia Mancini (che non voleva privarsene) sia l’Inter, dove Oriali voleva tornare dopo 9 anni.

Chiamasi “conflitto d’interessi”, identico a quello di Umberto Agnelli nel triennio ’59-’61. Uguale.

A quei tempi fu un’anomalia macroscopica che provocò un vespaio attorno alla Juventus, 57 anni dopo per Gravina (e tanti altri) è una pagliuzza.

Quando sarebbe bastato dire al buon Gabriele: “Se ci tieni tanto tornare alla tua Inter vai pure, ma in Nazionale non puoi restare”.

E Oriali stesso, da persona intelligente qual è, avrebbe dovuto capire da solo che, col doppio incarico, si sarebbe posto in una posizione imbarazzante.

Invece è passato tutto in cavalleria, con tanto di ‘buon lavoro‘ della FIGC e il ‘ben tornato, Lele‘ da parte dell’Inter e di gran parte della stampa sportiva nazionale.

Del resto, nel 2006, la medesima Federazione non si fece troppi problemi a prendere come Commissario Straordinario un ex componente del CDA interista, che nel suo breve mandato riuscì ad omaggiare la sua squadra del cuore di uno scudetto, sfruttando l’onda lunga di Calciopoli.

Un titolo illegittimo, come le successive inchieste federali dimostrarono, ma che in FIGC nessuno si azzarda a cancellare dall’Albo d’Oro, dichiarando la propria “incompetenza” in materia.

Cioè, nell’attribuzione degli scudetti. Una Federazione Giuoco Calcio? Comico.

Nei suoi precedenti trascorsi all’Inter, con un ruolo quasi simile a quello che andrà a ricoprire ora (responsabile dell’area tecnica) Oriali è tristemente noto per la vicenda passaporti falsi, per la quale patteggiò la pena di 6 mesi di reclusione con una multa di 21.430 euro.

Per carità, ha ammesso il reato e pagato, ma non fu di certo una bella pagina, per lui e per l’Inter. Siccome gli interisti ricordano spesso agli juventini le sentenze calciopolari, farebbero bene a non dimenticarsi pure quelle che li riguardano, anziché affrettarsi a voltare pagina.

Tutte vicende note in FIGC, dove però c’è l’abitudine a fare come gli struzzi.

A proposito: d’ora in poi, vietato pensar male se qualche giocatore nerazzurro – chessò, Gagliardini piuttosto che Politano, o D’Ambrosio oppure Candreva, o altri italiani che arriveranno col mercato estivo – dovesse essere convocato per i prossimi europei al posto di qualcun altro: non avverrà di certo per intercessione di Oriali, ma perché se lo saranno meritato.

Ovvio. L’importante è non convocarne troppi della Juve. Non è forse così?”

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