Carletto Ancelotti ha concesso una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport in occasione del suo 60esimo compleanno:
Ancelotti ha raccontato l’importanza delle radici contadine e dei maestri Liedholm e Arrigo.
Ora una nuova sfida alla corte di De Laurentiis, dopo i trionfi all’estero.
Sono stati tantissimi i temi toccati dall’allenatore partenopeo. Uno in particolare ha colpito tutti quanti per la schiettezza con la quale Ancelotti lo ha affrontato. Argomento che potremo intitolare “Lo stile Juve”.
“Moggi? Un grande dirigente. Alla Juve ho imparato una cosa: il rispetto dei ruoli”.
“La Juve ti fa sentire importantissimo e centrale fino all’ultimo giorno”.
La Juve “non ti fa mai mancare la fiducia, per un tecnico è fondamentale”, dice Ancelotti.
E ancora, “la società è lo scudo protettivo irrinunciabile, se non tiene meglio lasciarsi subito”.
“Al Bayern è mancato il dirigente di mezzo, il filtro. Lì il rapporto era diretto col presidente”.
Ancelotti tesse anche le lodi anche del direttore sportivo partenopeo.
“Al Napoli Giuntoli non si fa mai mancare, e se non c’è lui c’è Pompilio. Giuntoli ha una preparazione a prova di quiz, sa tutto di tutti”.
“Un giorno per metterlo alla prova gli chiesi di un centrocampista turco di terza serie”.
“Beh, mi spiegò anche quante volte andava in bagno. Il primo anno è stato di transizione”.
“In difesa è pesata molto la lunga assenza di Albiol”, dice il mister.
Poi arriva anche il commento sull’ex allenatore del Napoli, Sarri, in procinto di sbarcare sulla panchina della Juventus.
“Il legame tra Sarri e i napoletani è stato molto forte”, esordisce Carletto Ancelotti.
“Così come la sua adesione al progetto e alla napoletanità. E’ comprensibile che qualcuno lo viva male, ma Sarri è un professionista e a volte il mestiere ti porta a fare scelte che disorientano”, ha concluso il tecnico del Napoli.
Fonti: Corriere dello Sport e Gazzetta della Sport