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Bernardeschi si racconta alla “Gazzetta”

Federico Bernardeschi in due anni è diventato un idolo dei tifosi bianconeri ed un vero e proprio leader dello spogliatoio bianconero.

Stamane La Gazzetta dello Sport riporta una bellissima intervista rilasciata dalla mezzala bianconera.

La Juve ti fa crescere, ma solo se sei bravo a recepire i messaggi che ti manda – racconta —. Ora sono un uomo e un giocatore completo, ma non mi fermo qui” esordisce Bernardeschi.

Federico spazia sempre e in tutto, scrive la Gazzetta che riprende anche il racconto di Bernardeschi dei suoi periodi più bui:

A 16 anni non crescevo fisicamente, i miei compagni erano uomini e io un ragazzino. È stata la fase più difficile, lì ho imparato che ogni giorno si soffre per raggiungere un piccolo obiettivo. Però, quando ci riesci, devi godertelo prima di alzare ancora l’asticella”.

Aver preso la parola nello spogliatoio dopo il k.o. con l’Atletico certifica un nuovo status di leader?

“Un leader deve essere intelligente, consapevole, solido mentalmente e dare esempi quotidiani: io ho fatto quest’anno un salto di qualità di cui sono molto orgoglioso. Sono processi della vita, momenti di crescita e maturazione: qua dentro cambi davvero”.

Che effetto ha avuto Ronaldo su Bernardeschi?

“Cristiano ha dato qualcosa in più a chiunque sia entrato in contatto con lui: un campione in uno spogliatoio porta anche la sua storia e ciò che ha vinto”.

Anche solo vedendolo allenarsi, impari cose da inserire nel tuo bagaglio. Preferisco giocare contro di lui in partitella perché insieme è più facile: da avversario, invece, sfidi te stesso. Ronaldo può fare ombra o trasformarsi in stimolo: io ho seguito la seconda via, cercando di afferrare in silenzio tutto ciò che vedevo. Sono contento del bel rapporto che abbiamo”.

E poi, le bacchettate di Allegri sono più uno stimolo o un fastidio?

Lui bacchetta tutti, fa un casino… So che devo far meglio mentalmente e so che lo fa perché mi stima molto e pensa possa dare di più”.

Infine conclude Bernardeschi: “Mi piace quando mi riprende in allenamento: a volte fa battute in livornese, tra toscani ci capiamo, ma in separata sede parliamo in modo costruttivo”.

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