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Giletti esalta Moise Kean, ma attenzione a Raiola

Massimo Giletti, noto tifoso della Juventus, ha pubblicato come sempre sul Corriere di Torino un suo articolo di commento sulla juventus.

Il titolo dice già tutto: “Viva Moise, predestinato (ma solo con i tempi di Allegri)”. Ecco i passaggi più significativi dell’articolo pubblicato da Massimo Giletti.

Che Kean sia un predestinato lo dicono in tanti, da Mancini ad Allegri, ma solo il tempo potrà dire la verità. Sul suo braccio ha voluto tatuarsi un’immagine che rappresenta il cielo e le scale del Paradiso. Certo, avere qualcuno da lassù che lo aiuta a salirle può essere un vantaggio, ma non va sprecato” scrive il giornalista.

Per questo, Allegri al suo ritorno dall’epica settimana in Nazionale, l’ha relegato in panchina. Vi ricordate cosa aveva detto l’allenatore? Allegri sa come gestire i giovani talenti. Troppi elogi, troppi titoli possono davvero far perdere il senso della realtà”.

Per questo il tecnico ha preferito farlo restare qui: a guardare campioni come Ronaldo e Mandzukic giocare per gli altri, per la squadra e non per se stessi. Per questo motivo non è partito titolare contro l Empoli. Per lui, in questo momento, non deve esserci nulla di scontato, nulla che sia dovuto. Stessa storia vissuta con Federico Bernardeschi”.

E ancora scrive il giornalista: “Certo, stupisce come Kean entri in partita e risolva una situazione che per i bianconeri stava diventando difficile. Non si poteva sottrarlo dai riflettori come forse Allegri sperava: c’era bisogno di lui, del suo momento magico per togliere dall’affanno i compagni e una Juve decisamente brutta e svogliata. «Sono pronto a battere altri record», ha detto a fine partita, conscio della sua forza e delle sue capacità”.

Ma attenzione, Giletti avverte: “Il suo procuratore è Mino Raiola, e questo vuol dire che non sarà semplice il suo rapporto futuro con la Juve: Kean sogna a occhi aperti e credo abbia tutto il diritto di farlo dopo una settimana così intensa di emozioni e di successi personali, ma speriamo non dimentichi gli insegnamenti di don Paolo e le lezioni di vita apprese durante gli anni dell’oratorio: «ora et labora».

“Solo così diventerai grande davvero e non rischierai di essere una meteora come tanti altri ragazzi che avevano molto talento ma poca testa”, conclude Giletti.

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