Marcello Lippi intervistato da Radio Deejay, ha parlato delle possibilità della Juventus di vincere la Champions League e non solo.
Ecco le parole dell’ex allenatore bianconero.
LA CONVINZIONE E RONALDO PER LA CHAMPIONS – “Per vincerla serve la convinzione che c’è nella squadra di esprimersi ad alti livelli, poi c’è un valore aggiunto che finora non aveva mai avuto. Le gare con l’Atletico Madrid fanno la differenza, in Spagna ha rischiato grosso. Al ritorno hanno giocato tutti bene e anche Ronaldo è diventato determinante“.
RONALDO VALORE AGGIUNTO – “Prima di andare a giocare a Madrid, la Juventus ha faticato. E pure lui non riusciva a incidere. Il Real Madrid è un animale da Champions, tutti si esprimevano al 100%, poi Ronaldo faceva la differenza. C’è la consapevolezza di averla scampata bella“.
DYBALA È DA JUVE – . “Certo che è da Juve, potenzialmente è da grande squadra, deve fare qualcosa di più, capendo che se non viene utilizzato evidentemente ci sono dei motivi“.
ICARDI E LA SQUADRA – “Mi sarei comportato come sempre, privilegiando la squadra, sempre
“.GATTUSO ALLENATORE E VIALLI PRESIDENTE – “Ho un concetto base, con i grandi giocatori. Qualsiasi cosa decideranno di fare la faranno benissimo, sono bravissimi a coinvolgere le persone. Che poi faccia allenatore, direttore generale, magazziniere, poco importa. Gattuso è una persona fantastica, trasmette grinta e determinazione come nessun altro. Vialli farà bene, qualsiasi cosa farà“.
LA FAVOLA DELLA NAZIONALE DI MANCINI – “Noi eravamo un po’ più vecchi, non avevo la necessità di rifondare, invece Roberto sì. E ha rifondato, con tutti i giovani bravi. Queste sono le favole del calcio, ora ci sono tanti stranieri, ma vengono fuori dei talenti come Chiesa, Zaniolo, Pellegrini, Barella, è fantastico”.
L’ESPERIENZA CINESE – “In Cina sono stato molto bene, si è creato un grandissimo rapporto, di stima. Lavorare bene non vuol dire solo vincere, quando siamo andati in Cina noi nessuna squadra aveva il settore giovanile, ora tutte le squadre hanno dall’under13 all’under20. Questa è crescita, loro hanno perso un paio di generazioni, ci sono ottimi giocatori di 34-35 anni, nessun altro. Poi discreti ventenni”.