Il 12 marzo, giorno della sfida cruciale per la Champions, è sempre più vicino.
E proprio nel momento più delicato della stagione, in cui la squadra avrebbe bisogno del massimo supporto dei sui tifosi ( si è visto a Madrid quanto questo sia importante ) il mondo della tifoseria bianconera appare particolarmente agitato.
Dopo le scaramucce verbali tra la Curva Sud e il resto dello stadio, andate in scena venerdì sera all’Allianz Stadium, nella notte tra venerdì e sabato sono comparse sui muri vicino all’impianto della Continassa delle scritte contro il presidente Andrea Agnelli, contro la società Juventus e i suoi tifosi “normali”.
Comportamenti inauditi e da condannare sempre, ma se messi in atto da un tifoso, in questa circostanza, risultano particolarmente deplorevoli.
“Ci trattate da clienti e volete il tifo? Ridicoli” recita una delle frasi scritte sui muri vicino all’Allianz Stadium, oppure “Una dirigenza incompetente senza rispetto per la sua gente“, fino a “Agnelli bagarino ti è piaciuto il teatrino?”
I tifosi della Curva Sud sono attualmente in sciopero per protestare con il caro biglietti ed è in dubbio il loro supporto anche per la sfida con l’Atletico Madrid di martedì 12 marzo.
Lo sciopero è proseguito anche nel match con l’Udinese. Ma ieri sera allo Juventus Stadium si è assistito per la prima volta a qualcosa di nuovo, a una serata da «bravi ragazzi»: in curva sud, in tutta l’arena, per la prima volta si ribella alla dittatura dello sciopero ultrà.
In campo si giocava una partita bellissima con la Juventus più giovane della stagione e un protagonista assoluto, il giovanissimo Moise Kean, 19 anni da una settimana, in versione One man show
: due gol, un rigore procurato, e uno stop di tacco che ruba l’applauso a Cristiano Ronaldo.L’altro show c’è stato tutto intorno, perché chi era spettatore è diventato protagonista. Ovvero, la ribellione dello stadio, quasi tutto, alla curva sud, da sempre il cuore del tifo ultrà. Ufficialmente in sciopero per il prezzo dei biglietti. La realtà è molto più complessa, fatta di equilibri di poteri, e di rapporti, con il club e tra gruppi. Insomma i tifosi “normali” che contestano gli ultrà , roba mai capitata.
L’onda (vocale) anomala s’innesca poco prima del raddoppio di Kean quando la tribuna nord, quella Family, inizia a cantare. È un focolaio che diventa incendio, con il raddoppio.
La curva sud, fu Scirea, non apprezza: «La Juve siamo noi, la Juve siamo noi», intonano dal secondo anello, proprio sopra lo striscione dei Drughi, il gruppo più numeroso.
Risposta dagli altri settori, un boato di fischi, impressionante.
Riprende la curva ultrà, con concetto quanto mai esplicito: «E voi siete un pubblico di *».
Altri fischi. «È una cosa mai successa, ed era ora», racconta un ex ultrà, che da un paio di stagioni s’è spostato nel settore nord.
Sul prato si gioca, ma nei cerchi, mai come ieri di un caldo dantesco, continua la battaglia a distanza. S’accende anche il primo anello, sopra gli striscioni di Tradizione e Nucleo 1985: «Quel settore lì sembra Napoli. Che schifo».
Altrove, non si scompongono: «Juve alè, Juve alè».
La maggioranza silenziosa, ieri lo è stata un po’ meno.
(Fonte: Corriere di Torino)